lunedì 14 novembre 2011

Cyro Baptista's Banquet of the Spirits : un pieno piuttosto che un vuoto.Tutto quello che accade è musica

Oggi a Milano , proprio nel teatro del nostro onorato e ormai dismesso presidente , mi sono riempito di musica che non ha lasciato spazio al silenzio o alla malinconia.
Il ritmo pirotecnico e i colori di Cyro riempiono tutti i vuoti . Tutto è suono e il suono è tutto.
Ti possiede e induce uno stato di allegria dove il dolore non ha spazio.

...o forse oggi ero già predisposto all'allegria visti gli ultimi eventi.
Ci voleva questo banchetto degli spiriti , spiriti liberi e imprevedibili per inaugurare i nuovi orizzonti che si stanno aprendo.
E' stato questo un segno beneaugurante per una musica diversa? Mi piace cogliere questo nel senso di pieno provato oggi.
Buon anno nuovo , a tutti.




Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

Fernando Pessoa



I

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#1 14 Novembre 2011 - 19:39

Splendidi i versi di Pessoa... e speriamo che tiri vento nuovo!
Sempre con ammirazione,
fedele lettrice
Lou

MariLouLou

#2 14 Novembre 2011 - 21:34


Lou speriamo che il nuovo vento sia una bora fortissima e che lavi un pò la melma che ci stà soffocando e finalmente rompa quelle catene che l'emerito statista tanto onorato ( ...altrimenti detto signor nessuno o zero assoluto) con la sua eccellente e stimatissima cricca ci hanno lasciato in eredità con cotanto zelo e capacità imprenditoriale.
Qualità queste che sono precluse alla comprensione di noi comuni mortali in quanto ne siamo sprovvisti.












Con simpatia , uniti nell'augurio...

e si , Pessoa è sempre un grande uomo :-)

iperipo3

mercoledì 9 novembre 2011

John Banville. Il treno e il mistero dell'alterità. Una soluzione semplice: l'occhio crea l'orizzonte.

L'uomo alla finestra...ammira oziosamente le ombre dense, violacee, sotto gli alberi. Una specie di fumo si libra alto una spanna sull'erba che pare grigia. Tutto è diverso a quest'ora.

...Gradatamente si accorge di qualcosa che non sa identificare, un tremore tutt'intorno, come se l'aria stessa fremesse. Cresce d'intensità. Allarmato...fa un leggero passo indietro nella penombra protettiva della stanza.
...Poi da sinistra appare , enorme , muso smussato, si fa strada alla cieca e rotola fino a fermarsi vibrando e a rimanere immobile davanti agli alberi, sbuffando nuvole di vapore.
Le luci sono ancora accese nelle carrozze; costringono l'alba a ritrarsi un pò. Ci sono teste chine nei lunghi finestrini, come teste di foca -stanno tutti dormendo?-...
Il silenzio tutt'intorno è vasto e in certo modo risentito. Il motore emette uno sbuffo stizzoso , come a dare una zampata alla terra.
Perchè debba fermarsi in quel punto ogni mattina nessuno della casa sa dirlo.
Non c'è nessun'altra abitazione per chilometri , la linea è sgombra in entrambe le direzioni , eppure è proprio quì che si ferma.
Sua madre ha protestato ripetutamente con l'azienda ferroviaria... " Non farei caso al rumore che fà quando passa ma è fermandosi che mi sveglia."




...Scosso dai pensieri sulla morte e sul morire, si costringe a fissare di nuovo l'attenzione sul treno.
Una delle teste di foca si è girata e al di là del tratto di prato fumigante lo guarda un bambino con la pallida faccia emaciata e gli occhi enormi.
Con quale intensità il ragazzino fissa la casa , quanto è bramoso il suo scrutare: che cosa sta cercando , quale segreta conoscenza, quale rivelazione?

Il giovane uomo è convinto che il bambino possa vederlo , da lì , anche se di certo non può essere: di certo la finestra da fuori è uno spazio nero oppure, all'opposto , è di un bagliore accecante, infiammata dal riverbero bianco-oro del sole che sembra averci messo un tempo lunghissimo a sorgere, ma ora si arrampica con vigore nel cielo d'oriente.
Eccetto per quegli occhi avidamente indagatori, i tratti del ragazzino sono insignificanti, o per lo meno lo sono da ciò che se ne discerne da questa distanza.
Ma cos'è che stà cercando, per sgranare gli occhi in quel modo?

Ora il motore ci ripensa e dà una sorta di scossa, un rumore metallico ripetuto risuona lungo le carrozze trasmettendosi da un gancio all'altro , e con un cigolio la bestia bruta si rimette in moto e, mentre si muove, il sole sorto trafigge ogni serie di finestrini, vendicandosi delle lampadine ancora accese, facendole vergognare con il suo fuoco violento.
Il bambino , allungando il collo, fissa fin all' ultimo.





Ripensa al bambino sul treno e, come spesso gli accade, lo colpisce il mistero dell' alterità .
Come può lui essere un io e gli altri altri dal momento che anche gli altri sono io per se stessi?

Sa , naturalmente , che non si tratta di un mistero ma di una mera questione di prospettiva.
L'occhio , dice a se stesso , l'occhio crea l'orizzonte.


... Il bambino sul treno era una specie di orizzonte per lui e lui una specie di orizzonte per il bambino solo perchè ciascuno si considerava al centro di qualcosa -si considerava in effetti il centro di se stesso- e questa è la soluzione semplice a quel cosidetto mistero. Eppure.

tratto da "Teoria degli Infiniti "di John Banville Ediz. Guanda

lunedì 7 novembre 2011

Dave Holland incontra la poetica del flamenco

Dave Holland , un grande del jazz , giungendo da un estremo lontano , nel suo percorso incrocia la rotta del flamenco di Pepe Habichuela , anche lui proveniente da altro estremo lontano.
L'incontro a Milano è un interplay sublime di corde che vibrano e raccontano un'unica storia musicale che è pura poesia.



 


C'è un incrocio dentro ad ogni attimo.
La musica delle distanze è confluita.
Tomas Transtromer




venerdì 4 novembre 2011

Lars von Trier : Melancholia. Mondo di pietra e di cielo...finito e infinito che inquietano l'anima.

 Lars von Trier: Melancholia from Robert Voogdgeert

 

Infinito stellato , tu , la notte alla mente
che ti sta ansiosa dici che sei il mistero;
il giorno efimero ti nasconde allo sguardo,
il giorno che è nulla nell'immenso tuo,
il giorno che è tutta la vita dell'uomo.
Infinito oscuro , stellato ,
solo al tuo silenzio comprende l'uomo
che tra un'eternità tu gli sarai ancora un mistero,
sempre un mistero.

Cesare Pavese

giovedì 27 ottobre 2011

Di morire non si può fare a meno.



Di morire non si può fare a meno...
"...Sono molto contento della mia felicità e posso sopportarla ancora per qualche tempo.
Ma quando questa felicità mi lascia un momento libero per svegliarmi e avere desideri, tutti i miei desideri non mirano a conservare questa felicità , bensì a soffrire di nuovo , seppure in modo più bello e meno misero di prima.
Ho una gran voglia di sofferenze che mi dispongano a morir volentieri."

... Ma quanto più la vita ti ha svegliato e portato verso te stesso , tanto maggiore si è fatta la tua miseria , tanto più sei affondato nel dolore , nell'angoscia , nella disperazione , fino al collo , e tutto ciò che di bello e di sacro avevi conosciuto e amato e venerato un giorno , tutta la tua antica fede negli uomini e nel nostro alto destino non ti è servita a nulla , ha perso ogni valore ed è andata in frantumi.
La tua fede non trovò più aria da respirare.
E morire di asfissia è una brutta morte.



... pensieri leggeri ma non troppo di un lupo della steppa , vagante in una notte insonne , in compagnia di Hermann Hesse. 





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#1 27 Ottobre 2011 - 05:52

E morire di asfissia è una brutta morte!
pensieri leggeri ma non troppo ...forse...



utente anonimo

lunedì 17 ottobre 2011

Khatarina Treutler : Una scala vorticosa verso l'inferno più profondo . Una più del diavolo.

Osservo la sua bellezza diabolica e il suo aspetto di apparente purezza che ha qualcosa di inquietante.
La guardo affascinato mentre si concentra immobile facendo appello a una divinità oscura soprannaturale.Raccoglie tutte le sue energie in un silenzio quasi surreale.
Quando sembra pronta per celebrare il suo rito mi colpisce il suo modo di accarezzare quello strumento prima di suonarlo. Sembra quasi ricercare una complicità.
quasi ccc inunb. . Con meticolosità quasi impercettibile libera la tastiera da qualsiasi impurità.
Mi avvicino timoroso , quasi circospetto e continuo a osservarla in quel suo momento intimo. Provo quasi imbarazzo nel cercare di decifrare anche ogni suo piccolo respiro di vita altra che tanto mi attrae.

Poi quella tensione preliminare si libera quando le mani incominciano la loro danza sulla tastiera. E' in questo preciso istante , quando il suono comincia a dipingere il silenzio, che decido di affidarmi a lei che è un emissario di Mefistofele.

Inizialmente cerco di opporre una certa resistenza alle sue lusinghe. Ma poi lei mi prende per mano e mi apre una porta verso un mondo affascinante e mi prospetta un viaggio indimenticabile.
Man mano che mi conduce lungo il suo percorso mi rendo conto che lei ...è più del diavolo.
Quando si accorge che le mie resistenze cominciano a cedere mi abbraccia e mi trascina prima con dolcezza amaliante e poi via via con violenza crescente in una irresistibile discesa sempre più vertiginosa in un abisso.
Mi sento senza via di scampo in questa caduta libera giù giù verso il più profondo per scoprire il fascino perverso dell'inferno...
e alla fine , quando ormai sento di essere arreso a quella dolce violenza arriva quella pausa di silenzio modulato interminabile.
Allora un brivido di terrore mi invade e mi raggela il sangue.

Ormai sono consapevole di essere parte del suo possesso.



sabato 15 ottobre 2011

Lo sguardo si spinge oltre la soglia del buio. Pennellate di luce , sulle nuvole in viaggio , catturano pensieri leggeri.




In ogni caso era un bene , un aiuto , e il buon umore si fece strada...
e di punto in bianco riebbi in testa la dimenticata melodia di quel pianissimo degli strumenti a fiato: la sentii mormorare come una bolla di sapone lustrante, luccicare , rispecchiare il mondo intero, piccola e multicolore, e scoppiare dolcemente.

Se era possibile che quella piccola melodia divina mettesse radici segrete nel mio cuore e facesse risbocciare un giorno il suo fiore soave e luminoso , potevo forse essere perduto del tutto?

Se anche ero un animale spaesato, incapace di comprendere l'ambiente che avevo intorno, la mia stolta vita aveva pure qualche significato , c'era in me qualcosa che rispondeva , che accoglieva i richiami di mondi lontani e sublimi, nel mio cervello erano pure accatastate migliaia di immagini!

...Chi leggeva di notte la scrittura delle nuvole e delle nebbie migranti?
Il lupo della steppa.
E chi cercava al di sopra delle macerie della vita il senso sfarfallante , soffriva le cose apparentemente insensate, viveva le apparenti pazzie e, nel caos sconvolto , sperava segretamente la rivelazione e la vicinanza di Dio?

Ritirai il bicchiere che la padrona mi voleva riempire ancora e mi alzai.
Non avevo più bisogno di vino.
La traccia d'oro aveva mandato un baleno, mi aveva ricordato l'Eterno e Mozart e le stelle.
Potevo respirare per un'ora , potevo vivere , mi era lecito esistere , non occorreva che soffrissi , che avessi timore , che mi vergognassi.

...allorchè uscii nella strada deserta. Dove andare?
Se in quel momento avessi potuto disporre di una bacchetta magica , mi sarei fatto portare in un grazioso salottino , stile Luigi XVI , dove un paio di buoni musicanti mi avrebbero suonato due o tre brani di Handel e di Mozart.
Sarei stato in vena e avrei sorbito la Musica fresca e nobile come gli dei sorbiscono il nettare.
Oh avessi avuto un amico , un amico in una soffitta , intento a meditare al lume di candela con accanto un violino! Come lo avrei sorpreso nel silenzio notturno arrampicandomi senza far rumore su per le scale angolose! e avremmo passato tra musica e discorsi un paio di ore sovrumane.


... pensieri leggeri ma non troppo di un lupo della steppa , vagante in una notte insonne , in compagnia di Hermann Hesse.



I
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#1 15 Ottobre 2011 - 02:06
pensieri leggeri...
shewant

#2 15 Ottobre 2011 - 04:47


Si pensieri a
ingresso libero non a tutti
...non a tutti.
Soltanto ..per..pazzi!
(..ma la pazzia a noi ci piace assai )
Ciao She
sei sempre la benvenuta , a qualsiasi ora :-).

iperipo3

#3 15 Ottobre 2011 - 06:54
no, non a tutti...
utente anonimo

#4 15 Ottobre 2011 - 20:40
Cosa sono le nuvole?
un gioco di nebbie in cielo: sempre avvolte nel mistero. A volte rosa a volte sono nere. Spesso le immaginiamo nella loro bianca trasparenza. Come il pensiero.
Cosa sono le nuvole?
Buona musica da guardare, oppure: macchie di mondi abbandonati che vanno disfacendosi piano, in un canto che svapora, in un profumo d'anima...e non le puoi fermare...non le puoi imprigionare...non le puoi legare...
Cosa sono le nuvole?
RaffaelaR

domenica 9 ottobre 2011

Paolo Fresu: Si dolce è il tormento


Questi sono tempi di opressione con lo squallore che ti assedia ovunque e ti tormenta l'anima.
Allora un pomeriggio ventoso e di sole , di un autunno milanese che ti inquieta perchè tarda a venire, decidi che è necessario cambiare fuoco.
Senti la necessità di Musica per curare un'anima invadente e brontolona. Hai bisogno di bellezza.
E allora incontri Paolo Fresu per strada a un semaforo. Lo riconosci con quei suoi inconfondibili pantaloni attillati a quadretti colorati e i suoi stivaletti lucidissimi che lo fanno sembrare un folletto sperduto in una città grigia.
Attraversi la strada con lui e lo segui in un auditorium e lì lo stai ad ascoltare in concerto.
Appena si fa buio in sala sale alto il suono della sua tromba , riempie l'aria tutta ed è un suono espanso così delicato e pieno di bellezza , pieno di cultura e di sensibilità che subito ti rapisce e annulla la gravità .
E allora incominci a muoverti sospeso e leggero verso luoghi altri , e l'anima diventa giovane e comincia a spaziare verso orizzonti brillanti di colori sfumati laddove , oltre la soglia oscura "del di quà", predomina la luce "del di là".
Immerso in tanta bellezza liquida riassapori la libertà di riuscire a muoverti verso territori che ti appartengono , molto lontani e diversi da quelli quotidiani , e dove la tua anima si acquieta e rinasce la speranza nell'uomo.

Poi finito il concerto ti chiedi se è stato solo un momento di consolazione oppure se si è rinnovata ancora la consapevolezza che è solo con la creatività dell'uomo che si allontana il buio dei nostri tempi.




sabato 8 ottobre 2011

Che vergogna!! Italioti che avete voluto questo andazzo dovete vergognarvi tutti. Quando deciderete che la misura è colma?

Qui la situazione è molto drammatica!
 


 



Come posso dormire tranquillo se il tempo non si ferma un attimo nel sonno.Un attimo.


Li vedo
miravo il piccolo stagno che mi stava davanti
non sassi ma suoni si appresta a lanciare l'anima mia.


Si spegne il lume nuovamente
il sonno mio non è sonno ma pensiero ostinato
gli occhi miei si chiudono
è il movimento del cuore che batte di speranza


di Lord Byron


giovedì 6 ottobre 2011

Questo potere è peggio che totalitario in quanto è violentemente totalizzante...ha generato un drammatico vuoto di potere.

Gli italiani...sono divenuti in pochi anni un popolo degenerato , ridicolo, mostruoso, criminale.
Ho visto "coi miei sensi" il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano , fino a una irreversibile degradazione.Cosa che non era accaduta durante il fascismo fascista, periodo in cui il comportamento era completamente dissociato dalla coscienza.Vanamente il potere "totalitario" iterava e reiterava le sue imposizioni comportamentistiche: la coscienza non ne era implicata.
I "modelli" fascisti non erano che maschere, da mettere e levare. Quando il fascismo fascista è caduto , tutto è tornato come prima.

Il nuovo potere non è più clerico-fascista , non è più repressivo.
Non possiamo più usare contro di esso gli argomenti...che tanto abbiamo adoperato contro il potere clerico fascista , contro il potere repressivo.
Il nuovo potere consumistico e permissivo si è valso proprio delle nostre conquiste mentali di laici, di illuministi, di razionalisti , per costruire la propria impalcatura di di falso laicismo, di falso illuminismo, di falsa razionalità. Si è valso delle nostre sconsacrazioni per liberarsi di un passato che, con tutte le sue atroci e idiote consacrazioni, non gli serviva più.
In compenso però tale nuovo potere ha portato al limite massimo la sua unica sacralità: la sacralità del consumo come rito, e, naturalmente, della merce come feticcio. Nulla più osta a tutto questo.

... Come polli di allevamento , gli italiani hanno subito assorbito la nuova ideologia irreligiosa e antisentimentale del potere: tale è la forza di attrazione e di convinzione della nuova qualità di vita che il potere promette, e tale è , insieme , la forza degli strumenti di comunicazione (specie la televisione) di cui il potere dispone.
Come polli d'allevamento , gli italiani hanno indi accettato la nuova sacralità , non nominata , della merce e del suo consumo.




Del resto c'è da chiedersi cos'è più scandaloso : se la provocatoria ostinazione dei potenti a restare al potere, o l'apolitica passività del paese ad accetare la loro stessa fisica presenza (" ...quando il potere ha osato oltre ogni limite , non lo si può mutare, bisogna accettarlo così com'è"...).

da "Scritti corsari" di Pier Paolo Pasolini.

martedì 9 agosto 2011

Silenzio. Gli alberi non si muovono. Siamo solo noi che corriamo , ci agitiamo , diciamo sciocchezze.

In tutta questa luce d'agosto abbagliante che ti denuda l'anima me ne vado alla ricerca di un buio silenzioso , in una nebbia sfumata di vapori che mi avvolga protettiva.
Stanco di voci piene di parole vuote , mi inoltro solo nei miei boschi per parlare con gli alberi che , con la loro presenza immobile e carica di dignità, mi ascoltano.
Alberi disposti al lato del sentiero che percorro in bici , spingendo la corsa in fuga dall'inerzia , ostinatamente al limite delle forze , fino a sentire il dolore dei muscoli intollerabile, quasi in una sorta di espiazione .
Alberi eleganti intorno a me . Presenze statiche in moto relativo vertiginoso rispetto alla mia corsa. Presenze coscienti , capaci di percepire nel silenzio i miei moti interiori e modulare energia che raccolgo.
E poi finalmente la sosta nella radura dove , in risposta ad ogni mia corsa , "allegra e asciutta , la Terra mi mormora nelle orecchie"...ed è quiete che consola.




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#1 11 Agosto 2011 - 02:15

The nigbt you slept
 
Anche la notte ti somiglia,
la notte remota che piange
muta, dentro il cuore profondo,
e le stelle passano stanche.
Una guancia tocca una guancia -
è un brivido freddo, qualcuno
si dibatte e t'implora, solo,
sperduto in te, nella tua febbre.

La notte soffre e anela l'alba,
povero cuore che sussulti.
O viso chiuso, buia angoscia,
febbre che rattristi le stelle,
c'è chi come te attende l'alba
scrutando il tuo viso in silenzio.
Sei distesa sotto la notte
come un chiuso orizzonte morto.
Povero cuore che sussulti,
un giorno lontano eri l'alba.



RaffaelaR


#2 11 Agosto 2011 - 07:13

Sei chiaro di luna
nel buio della mia notte.

In questa pace di sensi,

disteso nel silenzio,
ascolto il mio sangue
fluire tranquillo nelle vene.

Espandendomi.


iperipo3


#3 11 Agosto 2011 - 22:40

Ti ringrazio per aver scelto il mio video, complimenti per il blog. (Fulvio Furlani - use.of.light@gmail.com)

utente anonimo

#4 12 Agosto 2011 - 05:39

Sono io che mi complimento con te Fulvio per il bel video che hai realizzato.
E’ un bellissimo regalo.
Appena l’ho visionato la prima volta , dalle immagini , i testi e la musica che hai scelto , mi ha colpito la tua sensibilità e mi è sembrato di cogliere una vicinanza del nostro sentire.
Mi ha fatto ulteriore piacere questo tuo gradito e inaspettato commento perché mi dà l’occasione di poterti ringraziare pubblicamente.
Un abbraccio fraterno Fulvio.
Spero di incontrarti ancora nei nostri percorsi.
Ti auguro buona vita.

iperipo3

lunedì 8 agosto 2011

Stefano Battaglia e Michele Rabbia: musica che incede lenta ma inesorabile verso la bellezza


Musica che scava con incedere sospeso.
Continuo lento.
Crescendo cristallino.
Inesorabile violenza di risonanze
per quelle corde dell'anima, le più nascoste,
in attesa da sempre di vibrare.
E quando la vibrazione raggiunge il suo apice
la bellezza si libera incontenibile e
il dolore è piacere
 
Iperipo



... purtroppo il video si interrompe proprio quando la tensione si stà per liberare.
Dispiace ...vuol dire che se si vuole assaporare fino in fondo il piacere occorre andare ad ascoltare il concerto dal vivo.


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#1 09 Agosto 2011 - 01:16

RaffaelaR
#2 11 Agosto 2011 - 02:54

Nel piacere del dolore

Un giro di vita
nella grancassa del tempo
e noi “massa” ci pieghiamo
cercando di fuggire alla vita deduttiva
attiva e creativa nel momento mai finito

Campane vestite a festa
cantano i colori di un luglio
che potrebbe sembrare lontano

Un mondo che non vedo e percepisco
amplificandomi nel gorgo per poi precipitare
in quest’universo plurale
di musica e poesia

Un giro di mondo nella vita
pronta ad assorbire goccia a goccia
il dolore che si posa sul vento

E non mi sia estranea la notte figurata
l’abbandono che mi leggo dentro
e che mi scorre lontano
dai chiaroscuri del tempo
casuale come il vuoto che si riempie di musica




RaffaelaR