domenica 30 settembre 2012

Urlo lacerante ... germoglio di ribellione

Mantra avvolgente
anestetico
che accompagna
un dolore silente
 
urlo lacerante
germoglio di ribellione



Esmerine “Sprouts” (LIVE) by Constellation Records on vimeo


sabato 29 settembre 2012

Essere perdita di tempo.

 
 
La musica di Julia Kent.
 
Materia rarefatta , senza gravità ,
che riempie il  vuoto
 
... e l'anima diventa tangibile.





ritmo ripetitivo
malinconia
pause
leggerezza
velocità
sensibilità
allegria
dolore latente
pensieri in movimento
interferenze
trasporto
allontanamenti
passione
vicinanze
mancanze
armonie
vuoto
nostalgia
isolamenti
chiusure
amore
silenzi
tristezza
aperture
distanze
sintonie
vita
morte

 
perdita di tempo
 
 

venerdì 28 settembre 2012

Celebri ladron...s'affondan le mani nelle casse






S'affondano le mani nelle casse -- crak! si trovano sacchetti pieni d'oro -- crak! e per governare, come fare?
Rubar, rubar, rubar, sempre rubare!

I nostri governator son tutti malfattor, ci rubano tutto quanto per farci da tutor.

Noi siam tre celebri ladron
che per aver rubato ci han fatto senator.

Mazzini, Garibaldi e Masanìelbo -- crak! erano tutti quanti malfattori; -- crak! gli onesti sono loro: i Cuciniello, Pelboux, Giolitti, Crispi e Lazzaroni.

I nostri governator...
Noi siam tre, ladri tutti e tre,
che per a ~er rubato ci han fatto cugini del re.

Se rubi una pagnotta a un cascherino -- crak! te ne vai dritto iii cella senza onore; -- crak! se rubi invece qualche milioncìno
ti senti nominar comnìendatorc.

I nostri governator...

Noi sìam tre celebri ladron
che per aver rubato ci han fatto senator.
 

Autore: U. Barbieri Anno 1896
 

venerdì 21 settembre 2012

Concavità di parabola


Traettorie circolari che non spostano.
Movimento illusorio senza energia,
in uno stazionare dentro
la concavità di una parabola che imprigiona.
Agonia del vano oscillare nell'invalicabile
che toglie anche la speranza
nell' ultimo respiro.





domenica 2 settembre 2012

Anche se poi non è uguale a niente ... né diverso da niente.


Ho una situazione  ricorrente che accade quando mi ritrovo solo immerso nel flusso dinamico o stazionario di persone a me sconosciute  e che mi gravitano attorno casualmente.  
Non mi abbandona mai  l’ illusione  di cercare di  carpire dall’esistenza dei miei simili che mi stanno attorno qualcosa che possa aiutarmi a capire il loro e poi il mio senso dell'esistere.  
E’ una situazione che si verifica per esempio quando mi muovo  tra le corsie di un supermercato o tra le bancarelle di un mercato o ancora tra gli scaffali di una libreria. Quando staziono sulla banchina di un binario nell'attesa di un treno che deve arrivare o tra i corpi abbandonati al sole su una spiaggia. Nel girovagare nelle sale di un museo per una mostra o nella coda d'attesa per entrare  in una sala da concerto . Seduto tra i sedili di un vagone ferroviario durante un viaggio o tra i tavolini di un bar o ancora tra le poltrone di un teatro prima che si apra il sipario e inizi lo spettacolo.
Situazioni dove senza volerlo mi ritrovo a contatto ravvicinato con persone sconosciute che il caso ha portato nelle mie vicinanze  e che quindi ho la possibilità di osservare e ascoltare in piccoli frammenti del loro vivere.

La mente allora si immerge in una sorta di bolla d’aria che mi porta in uno stato di lontananza da tutto ciò che mi circonda. Ma raggiunto questo status la mia attenzione e il mio sguardo diventano cinepresa e si attivano e seguono in particolare qualche tipo umano. Questi tipi umani salgono  sul treno dei miei pensieri dove , isolati dal contesto in cui stanno , cerco di focalizzarne il comportamento e il loro modo di essere.
In questa area protetta solo loro esistono.Tutto il resto diventa rumore di fondo lontano che mi giunge ovattato e sfuocato , senza senso.

Gli occhi  non si lasciano sfuggire ogni fotogramma del loro movimento. Più guardano intensamente  e più vedono. E ad ogni frazione contemporaneamente la mente associa ipotetici pensieri o ipotetici bisogni che diventano causa ed effetto.
In fondo non è altro che un’ operazione di destrutturazione per ridurre il loro esistere a una serie di tanti scatti parziali anziché  percepire un solo moto continuo. Una schematizzazione semplificativa di una realtà che non si può governare per la sua complessità. Allontano la presunzione di riuscire a capire un macrocosmo nel suo intero e quindi fraziono in piccoli  frammenti il vissuto di chi il caso mi ha portato attorno.






Ma quando  questi tipi si allontanano guardo i fotogrammi che mi sono rimasti tra le mani e mi ritrovo che ho colto  solo piccoli frammenti scollegati fra loro che non servono allo scopo di decifrare le loro esistenze.
La mente allora , che non si arrende così facilmente, su questi fotogrammi che presi a se stanti spesso non hanno un senso , architetta delle sceneggiature  e quei tipi umani , ormai fisicamente lontani , subito si tramutano in miei attori pronti a recitare a soggetto per un mio film.
Solo ora quei tanti frammenti ordinati in fila , in una sequenza che scorre alla mia velocità , riprendono un senso. Il mio!
Attori che alla fine recitano ancora parti e controparti del mio vissuto e del mio sentire. Non aggiungono e non sottraggono nulla. Ma ogni volta la situazione si ripete e mi accompagna “anche se poi non è uguale  a niente ...né diverso da niente. “