I propri difetti irriducibili bisogna trasformarli in virtù.
Assodato che mi piace recitare davanti a me stesso, posso riscattare questa sciocca dispersione imparando a investirmi di parti ignote e vederle così svolgersi secondo la loro natura.
E' in fondo una premessa di poesia.
C.P
S'affondano le mani nelle casse -- crak! si trovano
sacchetti pieni d'oro -- crak! e per governare, come fare? Rubar, rubar,
rubar, sempre rubare!
I nostri governator son tutti malfattor, ci rubano
tutto quanto per farci da tutor.
Noi siam tre celebri ladron che per
aver rubato ci han fatto senator.
Mazzini, Garibaldi e Masanìelbo --
crak! erano tutti quanti malfattori; -- crak! gli onesti sono loro: i
Cuciniello, Pelboux, Giolitti, Crispi e Lazzaroni.
I nostri
governator... Noi siam tre, ladri tutti e tre, che per a ~er rubato ci han
fatto cugini del re.
Se rubi una pagnotta a un cascherino -- crak! te ne
vai dritto iii cella senza onore; -- crak! se rubi invece qualche
milioncìno ti senti nominar comnìendatorc.
I nostri
governator...
Noi sìam tre celebri ladron che per aver rubato ci han
fatto senator.
Ho una situazione ricorrente
che accade quando mi ritrovo solo immerso nel flusso dinamico o stazionario
di persone a me sconosciute e che mi
gravitano attorno casualmente.
Non mi abbandona mai l’ illusione di cercare di carpire dall’esistenza dei miei simili che mi
stanno attorno qualcosa che possa aiutarmi a capire il loro e poi il mio senso dell'esistere. E’ una situazione che si verifica per esempio quando mi muovo tra le corsie di un supermercato o tra le
bancarelle di un mercato o ancora tra gli
scaffali di una libreria. Quando staziono sulla banchina di un binario nell'attesa di un treno che deve arrivare o tra i corpi abbandonati al sole su una spiaggia. Nel girovagare
nelle sale di un museo per una mostra o nella coda d'attesa per entrarein una sala da concerto . Seduto tra i sedili di un
vagone ferroviario durante un viaggio o tra i tavolini di un bar o ancora tra le
poltrone di un teatro prima che si apra il sipario e inizi lo spettacolo. Situazioni dove senza volerlo mi ritrovo a contatto
ravvicinato con persone sconosciute che il caso ha portato nelle mie vicinanze e che quindi ho la possibilità di osservare e
ascoltare in piccoli frammenti del loro vivere.
La mente allora si immerge in una sorta di bolla d’aria
che mi porta in uno stato di lontananza da tutto ciò che mi circonda.
Ma raggiunto questo status la mia attenzione e il mio sguardo diventano
cinepresa e si attivano e seguono in particolare qualche tipo umano. Questi tipi umani salgono sul treno dei miei pensieri dove , isolati dal contesto in cui stanno , cerco di focalizzarne il comportamento e il loro
modo di essere.
In questa area protetta solo loro esistono.Tutto il resto diventa rumore di
fondo lontano che mi giunge ovattato e sfuocato , senza senso. Gli occhi non si
lasciano sfuggire ogni fotogramma del loro movimento. Più guardano
intensamentee più vedono. E ad ogni
frazione contemporaneamente la mente associa ipotetici pensieri o ipotetici bisogni che diventano causa ed
effetto. In fondo non è altro che un’ operazione di destrutturazione
per ridurre il loro esistere a una serie di tanti scatti parziali anziché percepire un solo moto continuo. Una schematizzazione semplificativa di una realtà che
non si può governare per la sua complessità. Allontano la presunzione di riuscire a capire un macrocosmo nel suo intero e quindi fraziono in piccoli frammenti il vissuto di chi il caso mi ha
portato attorno.
Ma quando questi tipi si
allontanano guardo i fotogrammi che mi sono rimasti tra le mani e mi ritrovo che ho
colto solo piccoli frammenti scollegati
fra loro che non servono allo scopo di decifrare le loro esistenze. La mente allora , che non si arrende così facilmente, su questi fotogrammi che presi a se stanti spesso non hanno un
senso , architetta delle sceneggiaturee
quei tipi umani , ormai fisicamente lontani , subito si tramutano in miei attori pronti a recitare a soggetto per
un mio film. Solo ora quei tanti frammenti ordinati in fila , in una sequenza che scorre alla mia velocità , riprendono un senso. Il mio! Attori che alla fine recitano ancora parti e controparti del mio
vissuto e del mio sentire. Non aggiungono e non sottraggono nulla. Ma ogni volta
la situazione si ripete e mi accompagna “anche se poi non è ugualea niente ...né diverso da niente. “