Sono tornato in questo
luogo di alta montagna che sento appartenermi nell’intimo.
In un passato non lontano con la sua energia mi ha riconciliato
alla vita.
Luogo di spoliazione e di disgelo.
L’ho attraversato immergendomi
nella sua imperiosa fluidità liquida per trovare l’agire nell’oblio.
In questo luogo ci sono linee di fuga che portano verso il centro
della mia esistenza
e qui ho trovato il coraggio di percorrerle.
Oggi , dopo quasi un anno , in questo luogo ho provato
felicità nell'averti intimamente accanto,
seduti in sosta sui gradini della casa
del Filosofo.
Iperipo
Come posso farti capire – a te che conosci solo paesaggi
modellati per secoli nell’idea, che ci portiamo nell’anima, dello scenario
ideale delle nostre vite – come fosse la terra nel suo squallore originario,
prima che vi portassimo l’ordine del lavoro, terrazzamenti, campi, orti,
pascoli, i giardini irrigui del mondo che stiamo creando a nostra immagine?
Se gli dei là sono con
te , sbucano fuori da un albero in qualche pascolo, o agitano il loro spirito
sui ciottoli di un ruscello nella luce chiara, nei pozzi, nelle sorgenti, nella
pietra che segna il limite dei tuoi possedimenti sul fianco di una collina, se
gli dei sono là, è perché tu li hai scoperti là, li hai estratti dal bisogno
che la tua anima ha di loro e li hai sognati nel paesaggio, per renderlo
brillante.
Essi sono con te, sicuro. Abbraccia il tronco dell’albero e senti lo
spirito inondarti, senti il calore della pietra entrarti nel corpo, immergiti
nella fonte come dentro un qualche luogo liquido dell’altra vita del tuo corpo
durante il sonno.
Ma gli spiriti devono essere riconosciuti per divenire reali.
Non sono fuori di noi, neppure interamente dentro, ma scorrono avanti e
indietro tra noi e gli oggetti che abbiamo costruito, il paesaggio che abbiamo
creato e vi si muovono.
Abbiamo sognato tutte queste cose nella nostra vita più
profonda ed esse fanno parte di noi. E’ il nostro io che stiamo costruendo là e quando il paesaggio
sarà completato, saremo diventati gli dei che dovevano abitarlo.
E’ sempre stato là, in qualche modo in attesa, anche
quando il mio sguardo lo notava sulle mappe, come il confine definitivo della
mia vita, in attesa di essere attraversato, aspettando pazientemente, anno dopo
anno, il mio arrivo. Per quanti passi io abbia percorso lontano da lì, sia
nella realtà sia nell’immaginazione, esso continuava a mutare le sue maree, a
gelare a ogni stagione, poi a riaprirsi di schianto e a scorrere di nuovo,
sussurrandomi: "Sono il limite che tu
dovrai attraversare, se vorrai trovare la tua vera vita, la tua vera
morte."
Per ogni agire ci vuole oblìo:
come per la vita di ogni essere organico ci vuole non solo luce,
ma anche oscurità. (…)
La serenità, la buona coscienza, la lieta azione, la fiducia nel futuro
dipendono (…) dal fatto che si sappia tanto bene dimenticare al tempo giusto,
quanto ricordare al tempo giusto…
come per la vita di ogni essere organico ci vuole non solo luce,
ma anche oscurità. (…)
La serenità, la buona coscienza, la lieta azione, la fiducia nel futuro
dipendono (…) dal fatto che si sappia tanto bene dimenticare al tempo giusto,
quanto ricordare al tempo giusto…
(Frederic Nietzsche)