domenica 27 novembre 2011

Quì li sfamate i lavoratori?... o per mangiare li mandate a riempire i ristoranti?

Tempi di attese rassegnate e sconfitte senza vie d'uscita.
Tempi di smisurati previlegi
e di dignità calpestate.

Intanto il sole brilla e i ristoranti sono pieni,
la neve tarda a venire e gli sciatori sono tristi
...aspettando il miracolo.



domenica 20 novembre 2011

E' grazia e veleno quello che chiedo.



Se ti guardo
cattive parole raccontano al mare
che diventi pietra se gli occhi non chiudi

Se ti guardo
potrebbe trattarsi di solo stupore

Facciamo insieme il mio e il tuo movimento
danza con me
Illumina la notte che qui non ha vento
né tempo per noi

Se ti guardo
e l'acqua al confine è un tetto di vetro
il mio orizzonte il tuo desiderio

Se ti guardo
è un fiato mancato un gesto un bacio

Dimentica il respiro in questo momento
resta con me
ma la Bellezza è tutto quello che sento
io so cos'è

Ma fuori il sole
mi asciuga le ali
Nell'aria mi sciolgo
come fossi cera
Impara a guardare
ma senza toccare
E' grazia veleno
E' quello che chiedo


Ti guardo


Meduse(Pilar/Bungaro)





lunedì 14 novembre 2011

Cyro Baptista's Banquet of the Spirits : un pieno piuttosto che un vuoto.Tutto quello che accade è musica

Oggi a Milano , proprio nel teatro del nostro onorato e ormai dismesso presidente , mi sono riempito di musica che non ha lasciato spazio al silenzio o alla malinconia.
Il ritmo pirotecnico e i colori di Cyro riempiono tutti i vuoti . Tutto è suono e il suono è tutto.
Ti possiede e induce uno stato di allegria dove il dolore non ha spazio.

...o forse oggi ero già predisposto all'allegria visti gli ultimi eventi.
Ci voleva questo banchetto degli spiriti , spiriti liberi e imprevedibili per inaugurare i nuovi orizzonti che si stanno aprendo.
E' stato questo un segno beneaugurante per una musica diversa? Mi piace cogliere questo nel senso di pieno provato oggi.
Buon anno nuovo , a tutti.




Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

Fernando Pessoa



I

Commenti riportati da Splinder :

#1 14 Novembre 2011 - 19:39

Splendidi i versi di Pessoa... e speriamo che tiri vento nuovo!
Sempre con ammirazione,
fedele lettrice
Lou

MariLouLou

#2 14 Novembre 2011 - 21:34


Lou speriamo che il nuovo vento sia una bora fortissima e che lavi un pò la melma che ci stà soffocando e finalmente rompa quelle catene che l'emerito statista tanto onorato ( ...altrimenti detto signor nessuno o zero assoluto) con la sua eccellente e stimatissima cricca ci hanno lasciato in eredità con cotanto zelo e capacità imprenditoriale.
Qualità queste che sono precluse alla comprensione di noi comuni mortali in quanto ne siamo sprovvisti.












Con simpatia , uniti nell'augurio...

e si , Pessoa è sempre un grande uomo :-)

iperipo3

mercoledì 9 novembre 2011

John Banville. Il treno e il mistero dell'alterità. Una soluzione semplice: l'occhio crea l'orizzonte.

L'uomo alla finestra...ammira oziosamente le ombre dense, violacee, sotto gli alberi. Una specie di fumo si libra alto una spanna sull'erba che pare grigia. Tutto è diverso a quest'ora.

...Gradatamente si accorge di qualcosa che non sa identificare, un tremore tutt'intorno, come se l'aria stessa fremesse. Cresce d'intensità. Allarmato...fa un leggero passo indietro nella penombra protettiva della stanza.
...Poi da sinistra appare , enorme , muso smussato, si fa strada alla cieca e rotola fino a fermarsi vibrando e a rimanere immobile davanti agli alberi, sbuffando nuvole di vapore.
Le luci sono ancora accese nelle carrozze; costringono l'alba a ritrarsi un pò. Ci sono teste chine nei lunghi finestrini, come teste di foca -stanno tutti dormendo?-...
Il silenzio tutt'intorno è vasto e in certo modo risentito. Il motore emette uno sbuffo stizzoso , come a dare una zampata alla terra.
Perchè debba fermarsi in quel punto ogni mattina nessuno della casa sa dirlo.
Non c'è nessun'altra abitazione per chilometri , la linea è sgombra in entrambe le direzioni , eppure è proprio quì che si ferma.
Sua madre ha protestato ripetutamente con l'azienda ferroviaria... " Non farei caso al rumore che fà quando passa ma è fermandosi che mi sveglia."




...Scosso dai pensieri sulla morte e sul morire, si costringe a fissare di nuovo l'attenzione sul treno.
Una delle teste di foca si è girata e al di là del tratto di prato fumigante lo guarda un bambino con la pallida faccia emaciata e gli occhi enormi.
Con quale intensità il ragazzino fissa la casa , quanto è bramoso il suo scrutare: che cosa sta cercando , quale segreta conoscenza, quale rivelazione?

Il giovane uomo è convinto che il bambino possa vederlo , da lì , anche se di certo non può essere: di certo la finestra da fuori è uno spazio nero oppure, all'opposto , è di un bagliore accecante, infiammata dal riverbero bianco-oro del sole che sembra averci messo un tempo lunghissimo a sorgere, ma ora si arrampica con vigore nel cielo d'oriente.
Eccetto per quegli occhi avidamente indagatori, i tratti del ragazzino sono insignificanti, o per lo meno lo sono da ciò che se ne discerne da questa distanza.
Ma cos'è che stà cercando, per sgranare gli occhi in quel modo?

Ora il motore ci ripensa e dà una sorta di scossa, un rumore metallico ripetuto risuona lungo le carrozze trasmettendosi da un gancio all'altro , e con un cigolio la bestia bruta si rimette in moto e, mentre si muove, il sole sorto trafigge ogni serie di finestrini, vendicandosi delle lampadine ancora accese, facendole vergognare con il suo fuoco violento.
Il bambino , allungando il collo, fissa fin all' ultimo.





Ripensa al bambino sul treno e, come spesso gli accade, lo colpisce il mistero dell' alterità .
Come può lui essere un io e gli altri altri dal momento che anche gli altri sono io per se stessi?

Sa , naturalmente , che non si tratta di un mistero ma di una mera questione di prospettiva.
L'occhio , dice a se stesso , l'occhio crea l'orizzonte.


... Il bambino sul treno era una specie di orizzonte per lui e lui una specie di orizzonte per il bambino solo perchè ciascuno si considerava al centro di qualcosa -si considerava in effetti il centro di se stesso- e questa è la soluzione semplice a quel cosidetto mistero. Eppure.

tratto da "Teoria degli Infiniti "di John Banville Ediz. Guanda

lunedì 7 novembre 2011

Dave Holland incontra la poetica del flamenco

Dave Holland , un grande del jazz , giungendo da un estremo lontano , nel suo percorso incrocia la rotta del flamenco di Pepe Habichuela , anche lui proveniente da altro estremo lontano.
L'incontro a Milano è un interplay sublime di corde che vibrano e raccontano un'unica storia musicale che è pura poesia.



 


C'è un incrocio dentro ad ogni attimo.
La musica delle distanze è confluita.
Tomas Transtromer




venerdì 4 novembre 2011

Lars von Trier : Melancholia. Mondo di pietra e di cielo...finito e infinito che inquietano l'anima.

 Lars von Trier: Melancholia from Robert Voogdgeert

 

Infinito stellato , tu , la notte alla mente
che ti sta ansiosa dici che sei il mistero;
il giorno efimero ti nasconde allo sguardo,
il giorno che è nulla nell'immenso tuo,
il giorno che è tutta la vita dell'uomo.
Infinito oscuro , stellato ,
solo al tuo silenzio comprende l'uomo
che tra un'eternità tu gli sarai ancora un mistero,
sempre un mistero.

Cesare Pavese