mercoledì 28 maggio 2014

28 Maggio 1974: in memoriam






 



 
 

 

 
 
 
Dunque gli uomini che decidono la politica italiana - e in definitiva la nostra vita -
primo: non sanno nulla, o fingono di non saper nulla, di ciò che è radicalmente cambiato nel "potere" che essi servono, praticamente detenendolo e gestendolo;
secondo: non sanno nulla, o fingono di non saper nulla, sull'unica "continuità" di tale potere,
cioè sulla serie delle stragi.
Ciò è scandaloso. E io sono scandalizzato: a rischio di essere anche ingeneroso e conformista
(come è sempre chi è scandalizzato, e si fa, quindi portavoce di un sentimento comune e maggioritario, non privo di qualunquismo).
E' chiaro comunque che fin che i potenti (..) taceranno sul cambiamento traumatico del mondo avvenuto sotto i loro occhi, un dialogo con loro è impossibile.
Ed è altrettanto chiaro che fin che i potenti (..) taceranno su ciò che invece, in tale cambiamento, costituisce la continuità cioè la criminalità di Stato, non solo un dialogo con loro è impossibile,
ma è inammissibile il loro permanere alla guida del paese.
Del resto c'è da chiedersi cos'è più scandaloso: se la provocatoria ostinazione dei potenti a restare al potere, o l'apolitica passività del paese ad accettare la loro stessa fisica presenza
("...quando il potere ha osato oltre ogni limite, non lo si può mutare, bisogna accettarlo così com'è", Editoriale del "Corriere della Sera", 9-2-1975)
 
Pier Paolo Pasolini - 18Febbraio 1975
 
 
 

 

sabato 24 maggio 2014

Io sono. Io non sono. Mi affido a un'idea di eternità.



 
Sentiamo e sperimentiamo che siamo eterni.
Infatti la mente non sente quelle cose,
 che concepisce con l'intendere, meno di quelle della memoria.
Gli occhi della mente, con cui essa osserva e vede le cose,
sono infatti le dimostrazioni stesse.
Quindi, benché non ricordiamo di essere esistiti prima del corpo,
pure sentiamo che la nostra mente,
in quanto implica l'essenza del corpo sotto specie di eternità,
è eterna,
e che tale esistenza della mente non può essere definita dal tempo,
ossia spiegata dalla durata.
 
(da Spinoza, Etica)
 
 

SOLO SERIES / PART THREE from Anna Knapp on Vimeo.


Vivere in un ambiente è bello quando l'anima è altrove.
In città quando si sogna la campagna, in campagna quando si sogna la città.
Dappertutto quando si sogna il mare.
Parrebbe sentimentalismo, ma non è.
Prova invece l'
all-pervadingness dell'immagine.
Si valuta una realtà soltanto filtrandola attraverso un'altra.
Soltanto quando
trapassa in un'altra.
Ecco perché un bambino scopre il mondo attraverso le trasfigurazioni letterarie o leggendarie o,
comunque,
formali.
Ecco perché "essenza della poesia è l'immagine".
Di qui potrebbe dedursi che il mondo, la vita in generale
si valorizzano unicamente avendo l'animo a un'altra realtà, oltremondana.
Diciamo, avendo l'animo a Dio.
Possibile?


Cesare Pavese, aprile 1945





 
 

venerdì 16 maggio 2014

L'esperienza dello sconfinare


 

 


Questa anima indomita
non riesce a pacificarsi
al di qua del mio limite,
nella quiete dell’oscurità.

In tensione scruta nella fessura
la luce nell’oltre orizzonte,
qui sulla soglia del cosmo.

Lo sguardo sensibile non riposa,
è ponte ardito lanciato a valicare
lo scorrere inesorabile del cielo.

Sosta incerto solo un istante
lungo il bordo della finestra
prima di sfuocare
dentro l’esperienza dello sconfinare.
 
Iperipo
 
 
 
 



Il mondo non ha un'esistenza obiettiva.
Esiste solo in quanto noi riusciamo a percepirlo.
E le nostre percezioni sono necessariamente limitate.
Ciò significa che il mondo ha un limite, che si ferma da qualche parte.
Ma il dove si ferma per me non corrisponde necessariamente al dove si ferma per te.

Paul Auster
 
  



 
 
 
 
 

venerdì 2 maggio 2014

Luce e ombra...il doppio sguardo.




Qualcuno stava dicendo
qualcosa riguardo ombre che coprono il campo, riguardo
lo scorrere dell'esistenza, di come
ci si addormenti verso il mattino
ed il mattino passi.

Qualcuno stava dicendo
di come il vento muoia ma poi ritorni,
di come le conchiglie siano le bare del vento
ma il tempo continui.

Era una lunga notte
e qualcuno disse qualcosa riguardo a come la luna perdeva il suo
bianco
sul freddo campo, come non ci fosse nulla davanti a noi
oltre le solite cose.

Qualcuno menzionò
una città in cui era stata prima della guerra, una stanza con due
candele
contro un muro, qualcuno che danzava, qualcuno che guardava.
Cominciamo a credere

che la notte non avrebbe avuto termine.
Qualcuno stava dicendo che la musica era finita e nessuno
se n'era accorto.
Allora qualcuno disse qualcosa riguardo i pianeti, riguardo le
stelle,
di quanto fossero piccole, quanto fossero lontane.
 
da "The Late Hour" di Mark Strand
 
 


Le miriadi di covi della luce
E ogni cosa perduta- un ricordo

di ciò che non è mai stata. Colline. Le impossibili
colline

perse nel fulgore del ricordo.

Paul Auster




 
 
 

Una fine....non è un limite ma è un passaggio per essere in un altro luogo.



 
Il dispiacere è ciò che cade a brandelli da un corpo arrugginito di tristezza
eppure senza dispiacere il lutto sarebbe pane secco, senza sapore e senza aromi.
 
La fine del lutto è la più bella ricompensa dell'assenza
è la morte che si scusa e si ritira dalla memoria.
 
Tahar Ben Jelloun