sabato 30 marzo 2013

Salvaci

Cet amour

Cet amour
Si violent
Si fragile
Si tendre
Si désespéré
Cet amour
Beau comme le jour
Et mauvais comme le temps
Quand le temps est mauvais
Cet amour si vrai
Cet amour si beau
Si heureux
Si joyeux
Et si dérisoire
Tremblant de peur comme un enfant dans le noir
Et si sûr de lui
Comme un homme tranquille au millieu de la nuit
Cet amour qu faisait peur aux autres
Qui les faisait parler
Qui les faisait blêmir
Cet amour guetté
Parce que nous le guettions
Traqué blessé piétiné achevé nié oublié
Parce que nous l’avons traqué blessé piétiné achevé nié oublié
Cet amour tout entier
Si vivant encore
Et tout ensoleillé
C’est le tien
C’est le mien
Celui qui a été
Cette chose toujours nouvelle
Et qui n’a pas changé
Aussi vrai qu’une plante
Aussi tremblante qu’un oiseau
Aussi chaude aussi vivant que l’été
Nous pouvons tous les deux
Aller et revenir
Nous pouvons oublier
Et puis nous rendormir
Nous réveiller souffrir vieillir
Nous endormir encore
Rêver à la mort,
Nous éveiller sourire et rire
Et rajeunir
Notre amour reste là
Têtu comme une bourrique
Vivant comme le désir
Cruel comme la mémoire
Bête comme les regrets
Tendre comme le souvenir
Froid comme le marble
Beau comme le jour
Fragile comme un enfant
Il nous regarde en souriant
Et il nous parle sans rien dire
Et moi je l’écoute en tremblant
Et je crie
Je crie pour toi
Je crie pour moi
Je te supplie
Pour toi pour moi et pour tous ceux qui s’aiment
Et qui se sont aimés
Oui je lui crie
Pour toi pour moi et pour tous les autres
Que je ne connais pas
Reste là
Lá où tu es
Lá où tu étais autrefois
Reste là
Ne bouge pas
Ne t’en va pas
Nous qui sommes aimés
Nous t’avons oublié
Toi ne nous oublie pas
Nous n’avions que toi sur la terre
Ne nous laisse pas devenir froids
Beaucoup plus loin toujours
Et n’importe où
Donne-nous signe de vie
Beaucoup plus tard au coin d’un bois
Dans la forêt de la mémoire
Surgis soudain
Tends-nous la main
Et sauve-nous.

Jacques Prévert


venerdì 29 marzo 2013

Questo tempo che scorre è una primavera.





Ogni giorno
nel mio primo e mio ultimo pensiero
ci sei tu.
Il tempo nel suo trascorrere
mi stà regalando
ogni giorno
amore nuovo.
Nel silenzio
questo sentire è meraviglioso.

Nei tuoi colori
è primavera.

Iperipo

domenica 24 marzo 2013

Fila 9 numero 177...il tuo posto.


Adesso , che il nostro passato è immerso dentro una nebbia che altera i suoi veri contorni , ho sentito la necessità di tornare nel teatro dove insieme avevamo ascoltato il concerto di Brad Mehldau , dopo una folle corsa in macchina da Trieste a Bergamo per non arrivare in ritardo.
Oggi sono tornato in questo luogo perché ho deciso che voglio ripercorrere e rivivere i luoghi dove il nostro amore ha respirato ed è stato reale, concreto.
Ho voluto tornarci per prendere consapevolezza ancora che la nostra storia non è stata un sogno oscuro. 
Non sono state un  sogno le emozioni che la musica di Brad ci ha fatto vibrare in un unico sentire quella notte come tante altre notti d'amore.
Una musica che ci è appartenuta , in sintonia con il nostro ascoltare profondo e che ci ha riempito l’anima . Una musica che ha indotto le nostre mani a parlare il linguaggio dell’amore. L’amore non detto ma sentito. Mani che si sono sfiorate lievemente , mani che si sono intrecciate. E non è stato un sogno il tuo cercare il mio abbraccio per avvicinare le nostre sensibilità in quel sentire.




Stasera c’è la stessa gente di Clusone . Quella che conosci anche tu . E poi la musica , la nostra , con  la stessa atmosfera che ci ha fatto sentire in sintonia tante volte quando ci siamo concessi del tempo.
Oggi manchi tu , ma io sono sereno perché comunque non ti sento lontana. Sei dentro di me vicinissima.

Sono arrivato in teatro tardi e la ragazza alla biglietteria mi dice che non ci sono più posti disponibili  , è tutto esaurito.
Insisto per cercare di convincerla a trovarmi un posto. Le dico che vengo da lontano e che è importante per me ascoltare questo concerto.
La ragazza gentilmente e dispiaciuta mi ribadisce che purtroppo è tutto esaurito ed esclude la possibilità di un ingresso.
Rassegnato mi dirigo verso l’uscita. La ragazza che percepisce la mia delusione mentre mi allontano mi chiama e mi dice “ Signore attenda! Mi sono ricordata che posso recuperare il biglietto che era stato riservato dall’ufficio stampa per un giornalista che ha declinato l’invito”.
Le sorrido e non sò come ringraziarla e acquisto il biglietto.
Riesco finalmente ad entrare in platea e mi siedo al posto che mi è stato assegnato.
Fila 9  , posto numero 179.
Il posto è in una posizione abbastanza centrale e vicina al palco. Una posizione ideale per ascoltare il concerto.
Il teatro è molto bello con tutti i suoi palchi illuminati da lampadari scintillanti che fanno risaltare i velluti rossi delle poltrone e l’affresco sul soffitto.
Nell’attesa osservo l’affluire del pubblico e pian piano il teatro si riempie in tutti gli ordini di posto. Ogni palco si anima con i più svariati tipi umani  e divengono essi stessi teatrini nel teatro.





Ormai il concerto stà per iniziare. Una voce da un  altoparlante invita il pubblico a prendere posto e a spegnere i cellulari.
Le luci si abbassano e gli ultimi ritardatari si affrettano a sedersi. Mi guardo attorno ed il teatro è ormai silenzioso in un attesa sospesa.
In questo  teatro tutto esaurito forse non è un caso che il posto vicino al mio rimane stranamente vuoto. Quando si sono spente le luci e il concerto è iniziato per i miei vicini quel posto è rimasto libero , in realtà per me ci sei tu che lo occupi. Ho sorriso come tutte le tante altre volte che questo è già accaduto. Ti  abbraccio dentro di me e ascoltiamo insieme la musica di una coppia estrosa e surreale come Uri Caine e Han Bennink , anche loro compagni di viaggio della nostra storia.










Nella penombra ti osservo come ho fatto sempre in tanti concerti . Ho rivisto il tuo sorriso sul tuo volto mentre ti lasciavi trasportare , a occhi chiusi , dal fluire della musica. Ho rivisto l’oscillare gioioso dei tuoi capelli mentre con la testa seguivi il ritmo di Han e di Uri. E con la musica ho sentito anche risuonare le nostre corde , le corde delle nostre anime e ho visto i nostri sguardi inseguirsi in un gioco d’intesa a confermare ancora una volta lo stesso sentire.
E subito dopo ho anche rivisto il tuo cercare il mio abbraccio per non lasciare sfuggire quel nostro momento di magia.
Magia del momento sensibile condiviso tante volte e non solo nella musica. Momenti veri di bellezza vissuta insieme che sono parte di noi e della nostra storia. Momenti esclusivi che continueranno a risuonare vivendo di vita propria in noi per sempre.
Noi così diversi e così uguali come quella strana coppia di Uri e Han . Anche loro così diversi nel presentarsi sul palcoscenico ma così uguali nell’interplay. Complementari l’uno all’altro  nel loro duo , rispettosi ognuno della diversità dell’altro.
Una diversità che diviene apertura e non chiusura , linfa artistica. Un duo che è un solo.  Follia  e estrosità , profondità e leggerezza , allegria e malinconia , ordine e disordine , compostezza e clowneria il tutto in una bellezza unica . Appunto ... diversa.


Our favorite things: Ravi Coltrane New Quartet

 Ricordando un concerto a Clusone,
non molto tempo fà,
...in sintonia.

 

Ravi Coltrane Quartet - Zoe (fragm.)  


Sintonia
di musica
di luoghi
di tempo regalato
al sentimento.

Tempo 
ritrovato
nella bellezza
di una poesia
in amore.





Il volo delle api
( dedicata a Ravi Coltrane )

Ho visto una luna di montagna sorgere dentro noi
e risorgere nel regno delle api
tra gli aceri rosso sangue e un tramonto di porpora
Ho ascoltato la musica del Re, quando la valle
accarezzava la ruga di un cielo carico di nuvole
... e la notte era già inoltrata
quando l’eleganza dell’oro scendeva su Clusone
In un raggio infinito di sole-luna-stelle
si scompone e si compone il suono
di un sax infinito che non muore.

Raffaela Ruju


Rinascere in una primavera



Sarà un volto chiaro.
S'apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra....
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite: le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.

Cesare Pavese



Potranno recidere tutti i fiori ma non potranno fermare la primavera.
Pablo Neruda

martedì 19 marzo 2013

Tutto finisce dove ha avuto inizio. Il procedere è sempre un ritorno. La speranza riempie lo spazio del silenzio.




Per quanto tempo si vive?
Per quanto tempo si muore?






Tu vuoi fare scacco matto.

Io voglio imparare il silenzio
del sentimento
per espiare la mia colpa

Riempiti di questa morte.
Ostenta fiera
il tuo trofeo
a chi l'hai promesso.
Fanne il tuo futuro.
Uccidimi.

martedì 12 marzo 2013

Un cielo ciclico su acqua pulsante in terra ferma.


La mia mente fuori controllo
vaga libera in luoghi indefiniti,
oltre il terreno,
e vibra anelando risonanze.
Ricerca di forzanti per alterare l'equilibrio statico.
Necessità di un quid di energia per uscire dall’immobilità grave
e raggiungere l’equilibrio dinamico.
Fluttuare in sospensione nel moto ondulatorio
di vibrazioni discontinue e sovrapposte
che allontanano da una terra ferma che opprime.
Ammirare nell’ incanto l’entropia anarchica
di particelle in fibrillazione
che hanno conquistato il disordine nei loro sottosistemi,
oltre l'insieme definito e organizzato.
Paesaggi di microcosmi sospesi tra terra e cielo
che occupano momentanei varchi nel vuoto,  
per divenire pieni che poi svaniscono rapidamente,  
nel blu mutante di un cielo che scivola via su superfici liquide.
Riflessi di luci alternate,
in cerchi concentrici trasportano un cielo veloce che và a morire
in una pozzanghera d'acqua prosciugata dal sole.
Un cielo ciclico su acqua pulsante in terra ferma.
Tutto chiuso all'interno dei muri valicabili del mio universo.




 pubblicato il 27settembre duemila XII ore 01.10

lunedì 4 marzo 2013

Ascolto parole mute portate dal vento...che sono canto di farfalla.



Déjeuner du matin

Il a mis le café
Dans la tasse
Il a mis le lait
Dans la tasse de café
Il a mis le sucre
Dans le café au lait
Avec la petite cuiller
Il a tourné
Il a bu le café au lait
Et il a reposé la tasse
Sans me parler
Il a allumé
Une cigarette
Il a fait des ronds
Avec la fumée
Il a mis les cendres
Dans le cendrier
Sans me parler
Sans me regarder
Il s'est levé
Il a mis
Son chapeau sur sa tête
Il a mis son manteau de pluie
Parce qu'il pleuvait
Et il est parti
Sous la pluie
Sans une parole
Sans me regarder
Et moi j'ai pris
Ma tête dans ma main
Et j'ai pleuré


Jacques Prevert




Dimmi parole ignote
inventale in questo
momento

vengono sole
le parole del passato

dalle rughe lontane
dei ricordi

Non scriverle
se le porti il vento

nel secchio magico
del non detto

come insetti
diventati farfalle.


Attilio Lolini