domenica 10 maggio 2009

Noi siamo solo confusi, credimi. Ma sentiamo. Sentiamo ancora.

                

Ciao faccia bella. Il tuo destino è l'amore. Sempre. Nient'altro, nient'altro.



Bambina mia,
Per te avrei dato tutti i giardini
del mio regno, se fossi stata regina,
fino all’ultima rosa, fino all’ultima piuma.
Tutto il regno per te.
Ti lascio invece baracche e spine,
polveri pesanti su tutto lo scenario
battiti molto forti
palpebre cucite tutto intorno. Ira
nelle periferie della specie. E al centro
ira.
Ma tu non credere a chi dipinge l’umano
come una bestia zoppa e questo mondo
come una palla alla fine.
Non credere a chi tinge tutto di buio pesto e
di sangue. Lo fa perchè è facile farlo.
Noi siamo solo confusi,credi.
Ma sentiamo. Sentiamo ancora.
Sentiamo ancora. Siamo ancora capaci
di amare qualcosa.
Ancora proviamo pietà.
C’è splendore
in ogni cosa. Io l’ho visto.
Io ora lo vedo di più.
C’è splendore. Non avere paura.
Ciao faccia bella,
gioia più grande.
Il tuo destino è l’amore.
Sempre. Nient’altro.
Nient’altro. Nient’altro

Mariangela Gualtieri

(... dedicato a Cami e Simo cucciole della nostra specie , che in due fasi diverse della loro vita giovanile , si apprestano con timore ad affrontare questo mondo che gli abbiamo lasciato in eredità e di cui un pò mi vergogno.)




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Commenti riportati da Splinder :
#1 13 Maggio 2009 - 21:34
Anche l'amore, come la felicità, è un'attitudine interiore...e lo si trova in ogni faccia quando lo portiamo con noi...
accesemutazioni
#2 07 Giugno 2009 - 09:48
Bellisisma...io ne dedico un pezzo al mio boss:

"Ciao faccia bella,
ciao faccia di merda"

:-D
avvocanzo
#3 07 Giugno 2009 - 10:34
Mi associo alla dedica...Sentiamo ancora, si!
enzas


#4 10 Agosto 2009 - 19:54
ciao. come hai fatto a sapere che til norge con amore parlava di viandanti? indovinato? google? o sai il norsk?
letiziajaccheri
#5 10 Agosto 2009 - 22:15
...farò del mio meglio...
vedi commento da te lasciato oggi.
unghie? smalto trasparente. S.W. approverebbe!
superegovsme
#6 12 Agosto 2009 - 00:10

Ma che domande mi fai Letizia?

Certo che conosco il norsk!
Ho compreso chiaramente tutto del tuo scritto.
Parola per parola , nessuna esclusa.
E devo aggiungere che non ho incontrato proprio nessuna difficoltà!

Non dirmi che ti dispiace?

Un sorriso.
Ip3
iperipo3
#7 12 Agosto 2009 - 00:48
Ehi!
Sei sulla buona strada ...con questa tua scelta equilibrata il premio non ti sfuggirà.

Però rimango ancora perplesso per il tuo approccio in merito al vil denaro.
Ma pazienza col tempo e applicandoti a questo potrai sicuramente rimediare.

Però nel frattempo non rilassarti ripassa la S.W. mi raccomando . E soprattutto non montarti la testa frequentando certi salotti letterari di dubbio prestigio dove le pacche sulle spalle si sprecano.

Ciao.
( ...e ancora non perder tempo con gli avvocatiit)

Ip3
iperipo3
#8 12 Agosto 2009 - 13:52
decisamente ne guadagno di tempo!!!
se no hai voglia di morire anche per far solo una singola fattura...
la vita del praticante avvocato è ingrata assai, o mio promoter, è per questo che amerei spiaggiare su lidi letterari!
superegovsme
#9 03 Ottobre 2010 - 20:24

una bellissima dedica per le nostre figlie, una danza di parole che lascia un eco sulla terra. a volte ci sono parole che risuonano nel cuore ...

la solita anonima...
utente anonimo




martedì 5 maggio 2009

Io ho avuto soccorso a volte da una piccola foglia...


... l'incanto è lo stesso
perchè niente è cambiato anche se tutto è diverso.



Bello , bello , bello mondo, bello ridere di
mondo in luce mattutina in
colorazione di mondo con stagioni e
popolazione e animali. Bello mondo
questo ricordo, questo io lo ricordo
bello , molto bello mondo , con cielo
diurno e notturno, con facce che
mi piacevano e musi e zampe e
vegetazione che mi sospirava e mi
sospirava leggera leggera, tirando
via chili e scarponi interiori che mi
infangavano , tirando via ferri da stiro
che mi portavo nel petto, e gran pulitura
di dentro. Bello, questo io lo ricordo
bello.

Io ho avuto soccorso a volte da
una piccola foglia , da un frutto così
ben fatto che dava sollievo a mio
disordine di fondo. Sì sì.

(da Fuoco Centrale di Mariangela Gualtieri-Einaudi )




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Commenti riportati da Splinder :

#1 06 Giugno 2009 - 21:34

Ho avuto soccorso, un giorno da una piccola foglia ma anche dal vento, dal profumo del caffè la mattina, dalla mia casa vuota e poi alla fine, siamo sicuri che non ci piace il nostro "disordine interiore"?
accesemutazioni

#2 21 Giugno 2009 - 22:40

Ti ringrazio per il passaggio ed il commento... seppure con un tantino di ritardo.
Mariangela Gualtieri è una poetessa interessante, complimenti per la scelta.
Ciao

Bleumarine

#3 23 Gennaio 2010 - 20:18

Anch'io spesso ricevo soccorso da cose così: una piccola foglia, una pietra dalla forma strana, un fiore, un albero..aumentano i colori che vorticano all'interno del mio disordine...ed io mi ci trovo benissimo, in mezzo a questo caos: mi è così "naturale"...

Riyueren

lunedì 4 maggio 2009

Non è un rimedio questo lamentarsi...

... io non so la canzone che spensiera e ...chiedo perdono per tutto quello che so.






Io non so se questa mia vita sta spianata su un
buco vuoto. Non so se il silenzio che indago
é intrecciato alla mia sostanza molle.
Io non so se quello che cerco e ho cercato e
cercherò, non so se quello che cerco
é un insulto a quel vuoto.
Non so se questo fatto di non avere
un paio d’ali sia premio o castigo,
io non so se la polveriera
della mia inquietudine sia un trono
su cui mi siedo minacciato, se la fuga che
a scatti regolari mi pungola, se quel
puerile sogno di fuga sia uno sgambetto
d’angelo, d’un buffone d’angelo che
mi vuole inciampare.

Io non so se l’amore sia una guerra o una
tregua, non so se l’abbandono d’amore
sia una legge che la vita cuce fino al
ricamo finale. Io non so
che farmene di questi nemici che premono,
non so che farmene oggi di questo oggi e me lo ciondolo fra le dita perplesse,
non so parlare di quello che
è sentito nel profondo me, non so parlarlo
quell’essere che é qui presente fra le vite degli
altri.


Io non so perché guardando l’acqua del mare
mi salta in petto una gioia di figlio con la
madre. Non so se questa uscita mia in un secolo
a caso, se questo essere qui a casaccio,
io non so spiegarmi questa malattia
all’attacco del mondo, non so guarire
questa malattia che indolora e vorrei
sistemare ogni cosa, in un sogno puerile di
tregua, in un’arcadia anche retorica,
in un dormire abbracciato dei
guerrieri che si innamorano.


Io non ho capito e dovrei,
non ho capito il mondo della
vita, io non ho capito la legge sottostante
e non ho da fare la consegna a
questi cuccioli che aspettano, che esigono
da me l’aver capito.


Io non so la canzone
che spensiera e non so soccorrervi
non so pur volendolo
con quella forza di cagna
che dà il latte, non so soccorrervi nel vostro
sbando, io non so farvi da balsamo
io non so mettervi nel coraggio essenziale,
nello slancio, nel palpito.


Il mio Graal l’ho ritrovato e perso cento
volte.
Io non so se la bellezza è questa accademia di
centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa
carnevalesca decadenza di saltimbanchi,
io non mi spiego la crocifissione
della grazia, e non mi spiego perchè
mi trovo in questo covo rivoltato
in questa fossa con gli orchi attuali
in questo lato barbarico della specie,
e non so perchè stando a occidente non si
ode quell’alleluia delle cose.


Io non so se in questa schiena
senza ali ci son grandi pianure da cui fare
il decollo, se in questa spina dorsale
ci sono istruzioni
per la manovra di decollo, se sono io la freccia
di questo arco della schiena, se sono io
arco e freccia, non so in quale mano
non mano o zampa di Dio mi stanno
torchiando, e sottoponendo al duro
allenamento dei dolori terrestri.


Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa slacciatura.
E’ poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.

( Da Parsifal, in Fuoco centrale e altre poesie per il teatro, di Mariangela Gualtieri, Einaudi, 2005)

domenica 3 maggio 2009

Perchè, a volte, ci sono parole che mi fanno sordamente incazzare e allora ho bisogno di un mantra.


E questo è tutto quello che ho da dire e non è poco.

… scribacchini di pseudo-poesie che scrivono per essere cancellati.

Questo poetare di migliaia di poeti e vice poeti che fanno poesie di parole. Nient’altro che poesie che parlano di parole .
Poesie che durano l’arco di una notte, il tempo necessario per racimolare 6 0 5 commenti, e poi cadere nell’oblio.
Questi poeti beceri la cui arte migliore è commentare in continuazione le miserie del cuore altrui . Questi poeti che nella follia mediatica si sentono in obbligo di dire di tutto e di tutti senza pudore. Giudici con la verità in tasca . Questi poeti che corrono ad annusare lo sterco quotidiano prodotto dai loro simili e che ne descrivono le peculiarità con forbite parole riciclate , sempre le stesse ma che sono indispensabili al sopravvivere dei narcisisti.
Parole date per riceverle , perché i narcisisti vivono di questo.
Questi poetucoli che nella frenesia dell’apparire riempiono libri di foto truccate.
Poetucoli che corrono da un blog all’altro , in una sorta di giro delle cento chiese , pubblicando la loro mercanzia , sempre la stessa riciclata fino alla noia , impacchettandola un giorno con fiocco rosso ed un altro con fiocco giallo , in una folle corsa sulla giostra delle vanità .
Poetucoli con le orecchie ben tese e gli occhi vigili nell'attesa di sentirsi ripetere sempre le stesse frasi fatte ... e c’è qualcuno di questi che addirittura si commuove quando riceve 10 commenti e viene eletto poetucolo del giorno.

Dedico questa poesia-mantra di Mariangela Gualtieri , che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare con ammirazione in teatro per l’essenzialità e la forza del suo Dire e della sua Poesia , a quei poetucoli del cicaleggio che se ne vanno in giro ammiccando con la vecchia foto truccata sempre in tasca pronta da giocarsi all’occorrenza.
Non se ne può più di questo caos.
Si ha un gran bisogno di silenzio. Si ha un gran bisogno di essenzialità per ascoltare e guardare per poi andare.
Abbiate il buon senso e l'umiltà poetucoli di utilizzare il vostro tempo per leggervi i Poeti , per imparare a riconoscere la Poesia ... e di tacere se non avete nulla da dire .

Foto di Rolando Paolo Guerzoni.


Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo
io sono sempre cinque minuti fa,
il mio dire è fallimentare,
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo e non lo so dire
io sono senza aggettivi, io sono senza predicati,
io indebolisco la sintassi, io consumo le parole,
io non ho parole pregnanti, io non ho parole
cangianti, io non ho parole mutevoli, non ho parole perturbanti,
io non ho abbastanza parole, le parole mi si
consumano, io non ho parole che svelino, io non ho
parole che puliscano, io non ho parole che riposino,
io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza
parole, mai abbastanza parole
ho solo parole correnti, ho solo parole di serie,
ho solo parole fallimentari, ho solo parole deludenti,
ho solo parole che mi deludono,
le mie parole mi deludono, sempre mi deludono,
sempre mi deludono, sempre mi mancano
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io
appartengo e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo all'essere , all'essere e non lo so dire.

(Mariangela Gualtieri, da "Seconda parte, in Fuoco centrale e altre poesie per il teatro," Einaudi, 2003)

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Commenti riportati da Splinder :

#1 17 Maggio 2009 - 22:02

è UN ORGASMO.

accesemutazioni

#2 08 Agosto 2009 - 06:57

La conoscevo ed è bellissima.
Tesa, sentita, ma non mi piace questo giudicare tutti gli altri che scrivono.
Molti, come me, lo fanno in silenzio...senza divulgarlo.
E comunque, ognuno è libero di scrivere i versi che crede e trovo presunzione, erigersi a poeta supremo, da parte di chiunque.
anice

#3 08 Agosto 2009 - 10:35

Prova a considerare anche il bisogno di poesia che è nelle persone
che magari giudicarle e pesarle a milligrammi, non aiuta a capire
se capire ti interessasse
ho trovato più parlarsi addosso nei poeti laureati, pubblicati, incensati da lettori e scrittori altrettanto autoreferenziali di quelli dei blog
quello che provo è più il fastidio, perchè un riconoscimento pubblico spesso è ragione di spocchia, non misura di un parlare responsabile.

anacreontica