lunedì 30 dicembre 2013

Ha dignità persino il filo d'erba. E' musica.


 
 
E’ musica, ripeti, muovere le dita
sull’albero sul corpo,
che c’entra la parola?

Pane di seconda scelta, mordono,
merce avariata, mordono -
aspetta -
fuori urge il desiderio,
ma si rivela inverno
persino più bastardo del tramonto-
e tu smetti tue arie, mia parola,
smetti pretendere risposte,
smetti l’albero il corpo,
corri a rovi, cespugli,
ramaglia e filo d’erba,
risposte che progetta in labirinto
la tua mente-
ha dignità e interesse persino il filo d’erba,
mia anima invalida a sentire.
 
Gabriella Garofalo
 

martedì 24 dicembre 2013

Un amore reso stelle , alla maniera della stessa felicità...libero dal ricordo.


   

Pensare a te in questa notte
non significava pensarti col mio solo pensiero,
in solitudine,
non significava trovarti dentro me.
Era invece pensarti attraverso me,
estesamente,
nel mondo intero.
 
Il grande sonno della campagna,
le stelle,
il mare silenzioso e le erbe invisibili,
solo presenti in profumi asciutti;
in tutto ciò, da Aldebaràn al grillo,
ti stavo pensando.
 
Con quale leggerezza
si raccoglieva la pace
tra le pietre, le stelle,
l'acqua muta e la tremula boscaglia,
la natura intera,
e la mia anima,
in quella dedica che così ti si offriva!
 
E tutto si presentava
mansueto alla mia voce, al tuo servizio,
asceso adesso a volontà, a forza di amare.
Le luci e le ombre costruivano
la possibilità di desiderarti;
edificavano il grande silenzio,
attraverso la terra,
docile,
e voci di nuvole delicate, perse in cielo,
orientavano a te quel canto
che ora si andava componendo.
 
Ed era una simbiosi di essere e mondo,
di anelito e tempo,
tregua inverosimile;
stava entrando in me,
alla maniera della stessa felicità,
che ti raggiunge senza fretta, ad ogni bacio.
 
Tanto che, quasi,
smisi di amarti
solo per amarti di più,
oltre me,
immensamente affidando
quell'impegno di amare
alla notte profonda
viaggiatrice del tempo e già soverchia
di una missione importante,
missionaria di un amore reso stelle,
calma,
mondo,
affrancato ormai dalla paura,
dalla salma che permane
ovunque vi sia oblio.


di Pedro Salinas

 


Arvo Part : rinascere


 

Spiegel im spiegel from Paul Hamilton
 

giovedì 19 dicembre 2013

Momento intimo al di quà della luce.






Una tua visione veloce  
viaggiava lungo un ricciolo nascosto.
Il mio sguardo sensibile l'ha rincorsa
sostando su due foglie intrecciate.
 
Immagine di sintonia sospesa
in un istante al tramonto
nell' unità assoluta.

Oltre c'è la luce.
 
Intimo momento nostro.


 

domenica 15 dicembre 2013

Non scordarti di scordare.

 
 
Non so che cosa sia stato più devastante, 
non avere io dato sufficiente visibilità
alla tua aspettativa narcisistica
oppure
il tuo avere urlato una  visibilità alterata
del mio essere corpo in movimento
frazionandolo e ricomponendolo ad arte,

nel disegno di cancellazione.
 
 


 
Ricorda con me oggi - la parola
e la contro parola
del testimone: l'alba tattile , che emerge
dalla mia mano serrata: la presa
ciliare del sole: la distesa del buio
che scrissi
sul tavolo del sonno.
 
Ora
è il tempo a venire.
Tutto ciò che venisti
a prendermi, ora
portamelo via. Non
scordarti
di scordare. Riempiti
le tasche di terra,
e sigilla la bocca
della mia grotta.
 
Fu lì
che trasformai sognando la mia vita
in un sogno
di fuoco.
 
 
Clandestino di Paul Auster


/>

Laurie Anderson


giovedì 12 dicembre 2013

Se doni te stessa io ci sono.



"E' la fiamma che brucia e non consuma"
che tace e si accende in parola
sui bordi del corpo un dito discende gelato
il brivido interno l'esterno
s'increspa.

 
 
Se chiami più forte reclami
il corpo ritorna con forza
si stacca, mi scioglie la scorza
in bocca c'è il miele
rimàni.
 
Antonio Porta

martedì 10 dicembre 2013

Ebbrezza



 
Orfeo il confidente interlocutore
per i miti del mio amore, per l'amaro viaggio nelle tenebre del senso
da lui imparo la discesa e il segreto della risalita
sulla scala degli inferi,
imparo a bere l'universo fino all'ebbrezza.
 
Adonis
 
 


martedì 3 dicembre 2013

In tensione verso il Vuoto con la purezza di uno sguardo semplice



                                                                                                                                 © foto by iperipo3
 
 
Tende l'udito una vela sensibile,
lo sguardo si dilata e si fa vuoto,
e afono varca un mare di silenzio
il coro degli uccelli a mezzanotte.
 
Io, come la natura sono povero,
e ho la semplicità che hanno i cieli,
e la mia libertà è illusoria come
le voci, a mezzanotte , degli uccelli.
 
Dinnanzi agli occhi ho questa luna esanime
ed un cielo più smorto di un lenzuolo;
è un universo, il tuo , malato e strano,
ma sono , o Vuoto , qui pronto ad accoglierlo!
 
OSIP MANDEL' STAM
 
 
 
 
 L'universo tutt'uno a me
le mie palpebre chiudono le sue
l'Universo alla mia libertà fuso ,
chi di noi due partorito ha l'altro?


UNITA' di ADONIS

lunedì 2 dicembre 2013

Radura di aria pura.


 
 
 
Chiudere gli occhi , orecchi e bocca
Per concentrarsi e spingersi nel vuoto:
farsi remoto, nube che vaga in cielo ,
radura di aria pura. L’idea sospinge
avanti nella sua vaghezza, sillaba
chiama immagine, l’immagine
si è già fatta suono –
il suono un tocco, forse una carezza.

 
Franco Marcoaldi.

venerdì 29 novembre 2013

Tu...sorriso di donna nelle tue nuvole.

 

 
 
E' come un altro mondo,
 immateriale,
 incredibilmente raccolto,
 verso cui il sorriso e
il movimento degli occhi
ti guidano impercettibilmente.



 

mercoledì 20 novembre 2013

Michele Rabbia: oltre il suono...l'anima.

Ascoltare la musica di Michele è viaggio sinuoso oltre lo strumento in direzione dello spazio della sua anima , al di là del suono.

 




 
 
 

lunedì 18 novembre 2013

Julia Kent : Smarrimento ed estraneità


Volando in una notte di luna piena con la musica di Julia ...meravigliosa nostalgia dello smarrimento.





 NOTTE

La notte
il volo...

senz'ali

velo di pino
ombra di roccia
soffio all'acqua
gli astri
e via.


 (Ivan Sirtori)





sabato 16 novembre 2013

Nell'intimo delle nostre verticalità m'impetalo , divento cima e svetto. Sarò d'amore.







Io sono dei vostri, alberi, sono dei vostri
animali eleganti, io sono dei vostri. Credetelo.
Sono dei vostri. Ci separa soltanto un fiato infantile,
ma lo so, lo so, sono io tutto quel
manto, sono io il tronco e lo storno e il
falco. Ci separa un niente, colore, capello,
piccolo piccolo nome: l'impianto del
respiro è solo apparente diverso.
 
Ci guarderemo fraternamente.
Io sarò migliore.
Larga come l'andare d'un fiume
grande, ci capiremo con l'albero e col seme,
capiremo l'insetto e la grandine.
 
Risplendiamo. Adesso.
Essere il mondo, voglio. Sentirmi
a casa nel cosmo. E le maree saranno
la strada del gonfio cuore. Sarà d'amore
se cresco. Se avanzo o calo. Sarà d'amore.
E luce voglio. Cosí m'impétalo, che mi spensiero,
che rido mentre corro, come la rondine,
mi moltiplico a stelo, gocciolo, mi biforco,
mi alzo e tramonto, mi slargo, mi infaldo,
divento cima e svetto, mi innevo e frano.
 
Tutto questo io voglio, dolcemente, perché
fuori dell'umano il dolore è uno sparo
minimo e la più gran parte è ridere,
mi pare, il grande canto.
 
Lo senti il firmamento? Com'è sereno!
Anche noi siamo dentro.
Abbiamo polverine nelle vene, antiche come il cielo,
sono disciolte nel sangue, hanno dentro
l'impronta d'un andare semplice e grande,
come le grandi sfere. Abbiamo sfere nel sangue,
cartine geografiche con strade d'argento
e vedute telescopiche fino ad
Aldebaran. Abbiamo Vega nel sangue
la stella prodigiosa, e istruzioni precise
per il viaggio per l'appontaggio
e coraggio abbastanza per ogni volo.
 
(Mariangela Gualtieri)
 

Antony and the Johnsons - Fistful of love on vimeo by Eme eme

mercoledì 6 novembre 2013

E anche questo dolore sarà vano.



 
 
Coll'ultima rinunzia
ti ho sollevata pura
sulla nausea di tutte le cose ,
come un giorno dal mondo si levò
su tutte le vergogne e sul dolore
un calice di luce.
Ho tentato strapparti entro quest'anima
alla sorte di tutte le cose
che l'han sfiorata un attimo
spente dalla sua corsa di vertigine.
Tu mi hai seguito muta
ed ogni istante della tua bellezza
mi era un tal sacrificio
che mi pareva l'ultimo tuo dono.
Per te ho sofferto tanto
dinanzi alla tua vita
che la tua forma limpida
mi parve un giorno solo più l'immagine
di quello stesso strazio che soffrivo.
 
E ora ti ho perduta
anche questa rinunzia sarà vana.
Ché i tuoi occhi di lutto
mi guarderanno sempre
come se il loro sguardo fosse l'ultimo.
 
CESARE PAVESE
 
 
 

lunedì 4 novembre 2013

Dez Mona: Chi conosce qual'è il tempo per andarsene?...e chi conosce dove se ne và il tempo che passa?


Across the evening sky, all the birds are leaving
But how can they know it's time for them to go?
Before the winter fire, I will still be dreaming
I have no thought of time

For who knows where the time goes?
Who knows where the time goes?

Sad, deserted shore, your fickle friends are leaving
Ah, but then you know it's time for them to go
But I will still be here, I have no thought of leaving
I do not count the time

For who knows where the time goes?
Who knows where the time goes?

And I am not alone while my love is near me
I know it will be so until it's time to go
So come the storms of winter and then the birds in spring again
I have no fear of time

For who knows how my love grows?
And who knows where the time goes?




Sandy Denny - Who Knows Where The Time Goes?
 
 


venerdì 1 novembre 2013

Debussy :“Quella delle cose dette a metà. Due sogni uno nell’altro : ecco l’ideale."

 Due anime in continua influenza emotiva ...




“ L’altra notte” mi ha detto” ho sognato,
di avere la tua chioma attorno al collo.
I tuoi capelli come nera collana
A cingermi la nuca e il petto.

 
Li sfioravo¸ e mi sembravano i miei;
e noi eravamo uniti per sempre,
con la stessa chioma, labbra su labbra,
come due piante di alloro con una radice sola.

 
E a poco a poco sentivo,
tanto erano intrecciate le nostre membra,
che io diventavo te
e tu entravi in me come il mio sogno.”

 
Non appena ebbe finito di parlare,
mi posò dolcemente le mani sulle spalle,
con uno sguardo così tenero,
che abbassai gli occhi con un brivido.
 
 


Martina Govednik:   Chansons de Bilitis- La Chevelure di Debussy

mercoledì 23 ottobre 2013

Intro sosta.




 
 
 
Un cerchio che si apre ma non si chiude
un cerchio che sta chiuso e si apre
in dodici semicerchi si divide e si dilata,
l'uscita sembra libera, l'entrata è facile ,
come respirare, nascere, morire, tornare.

ANTONIO PORTA

mercoledì 18 settembre 2013

Chrysta Bell e David Linch : poema



  Chrysta Bell - Polish Poem (David Lynch)  from Suzy Hazelwood

 
Io canto questa poesia per te…

In un altro luogo , io vedo…
splendere il soffiare del vento.
È lontano , lontano da me,
lo posso vedere là
io posso vederlo là
il vento che soffia fuori e mi manca il respiro,
riprendo il fiato e so che dovrò vivere
per dimenticare che il mio mondo sta finendo.

Io devo vivere…
sento il battito del mio cuore,
vibra nel dolore,
sta perdendo qualcosa,
le lacrime stanno arrivando ai miei occhi-
piango…

io piango…

Non riesco a sentire il calore del sole
non riesco a sentire le risate
che soffocano sotto ogni pensiero,
vedo le vostre facce,
le mie mani sono legate così come vorrei-
ma non viene nessuno,
no nessuno,
dove sei?
dove sei?

Cosa mi porterà a voler vivere?
Cosa mi porterà a voler amare?
Dimmelo…

dimmelo…

Io canto questa poesia per te …per te…


E’ questo il mistero che si sta svelando
come un soffio di vento?
Qualcosa sta diventando realtà-
il sogno di un bambino innocente…

Qualcosa stà accadendo-
qualcosa stà accadendo…


 

domenica 8 settembre 2013

La bellezza in Amedeo Modigliani e nei pittori maledetti e la risonanza nello spirito divino.


Oggi io e Reyu-Su ci siamo dedicati del tempo e ci siamo immersi nella bellezza dei dipinti di Modigliani , di Soutine , di Kisling , di Utrillo e di  altri pittori maledetti in mostra a Palazzo Reale a Milano.
E' stata un'esperienza di condivisione che ha messo in " risonanza con lo spirito divino" le nostre anime.
Ci siamo ritrovati , uno accanto all'altra incantati ed emozionati , in questa esperienza al confine del reale , sostando insieme ad ascoltare le vibrazioni circolari che le tele  in continuazione emanavano verso di noi.
Una susseguirsi di armonie ci risuonavano dentro nonostante tutt'attorno ci fosse un susseguirsi di ombre in movimento . Ombre dalle forme più svariate che Su, con il suo occhio dall'attenzione multipla, mi evidenziava via via spostando , in un gioco di complicità , il mio fuoco dal centro alla periferia del quadro per uscire momentaneamente dall'incanto.
Pause per poi tornare a smarrirci ancora insieme alla ricerca della bellezza oltre le pupille vuote di Elvire.
Una ricerca la nostra illuminata da quelle luci misteriose provenienti dalle profondità dell'anima.
Abbiamo provato l'emozione di guardare  i nostri volti trasfigurati dall'armonia dei colori e della luce custodita in quei dipinti al di la del tempo.
Abbiamo  proiettato la nostra trasformazione nei visi delle persone che rimanevano per lungo tempo ferme in contemplazione davanti ai quadri  alla ricerca del "soffio ritmico" nell'attesa di una metamorfosi  e abbiamo constatato fisicamente , come scrive Francoise Cheng , che " la bellezza è capace di evocare altra bellezza di accrescerla ed elevarla." 


 

"In un dipinto , il paesaggio che l'artista fa sorgere dal suo pennello può essere solenne o tormentato , denso o etereo , circonfuso di luce o avvolto di mistero -l'importante è che vada al di là della dimensione della mera rappresentazione e che si dia come apparizione , come avvento.
Avvento di una presenza -non nel senso figurativo o antropologico del termine -che è possibile percepire o di cui si può avere il presentimento : quella dello spirito divino. Con tutta la sua componente di invisibilità , questa presenza corrisponde a ciò che i teorici cinesi chiamano lo xiang-wai-zhi-xiang , " immagine al di là delle immagini" , e non è lontana dall'esperienza che nella spiritualità Chan va sotto il nome di illuminazione.
Quando , di fronte a uno spettacolo della natura -un albero in fiore, un uccello che spicca il volo emettendo il suo grido , un raggio di sole o di luna che illumina un attimo di silenzio - improvvisamente ci si ritrova dall'altra parte , si oltrepassa allora il velo dei fenomeni e si ha l'impressione di una presenza che procede da sé e ritorna a sé , intera , indivisa , inesplicabile  e tuttavia innegabile , come un dono munifico che fa sì che tutto sia presente , miracolosamente presente , diffondendo una luce che ha il colore dell'origine, intonando dolcemente un canto primordiale che và da cuore a cuore, da anima a anima."

Francoise Cheng

Dean Bowman


domenica 1 settembre 2013

Amedeo Modigliani : "Il tuo vero dovere è di salvare il tuo sogno”





DREAMS on vimeo by Olhar Imagem

 
«Modigliani amava di notte errare per Parigi e spesso,
ascoltando i suoi passi nel silenzio assonnato della via,
mi avvicinavo alla finestra, e, attraverso la gelosia,
seguivo la sua ombra, che indugiava sotto le mie finestre. […]
Una volta non fummo chiari nel darci appuntamento,
ed io passando da lui non lo trovai a casa.
 Decisi allora di aspettarlo qualche minuto.
Tenevo tra le braccia un mazzo di rose rosse.
 La finestra sulle porte chiuse era aperta.
Non sapendo che fare, mi misi a gettare rose nell’atelier.
Poi, senza aspettare Modigliani, me ne andai.
Quando ci incontrammo, egli mi manifestò il suo stupore:
come avevo potuto penetrare nella stanza chiusa, se la chiave l’aveva lui?
Gli spiegai quello che avevo fatto:
“Non è possibile, erano sparse così bene”». 
 
Da: Anna Achmatova, Le rose di Modigliani. 
 
 

Amedeo Modigliani on vimeo by ergsavas


 




 

venerdì 30 agosto 2013

Ascoltando la luna e guardando la musica viaggio nella prospettiva di un bambino...senza pareti.

Sono giunto a Tremezzo , in questo piccolo parco a fronte lago ,
portato dal ricordo di un giorno felice vissuto proprio qui un anno fa.
Percorro i suoi vialetti ordinati tra alberi secolari.
Gli alberi disegnano nell'oscurità del silenzio figure che non mi danno pace.
Mi accoglie una notte luminosa di una luce lunare che incanta nell'inquietudine.
E' una presenza invadente questa luna piena.
La percepisco chiassosa mentre si fa largo nell'oscurità dei monti .
La sua luce riflettendosi sulle acque nere rimbalza azzurrina ovunque
e colora di magia le fronde degli alberi protese verso il lago come a cercar un nutrimento. 
 Le stesse persone che mi stanno accanto nell' oscurità illuminata e che stanno parlandomi 
sono presenze silenziose per me.
Vedo i movimenti dei loro volti e dei loro gesti in un parlato a cui è stato azzerato il sonoro. 
Presenze assenti in sospensione, rapite e allontanate da quella luce che domina. 
Mi fermo e lascio che loro prendano distanza da me.
Mi guardo attorno ed è come se tutto fosse in attesa di ricevere energia salvifica da quella luce.
 
 

 
  
Sono venuto per ascoltare un concerto
e vorrei isolarmi nella musica  per poter dar respiro al ricordo
ma mi ritrovo seduto su un gradino a fianco di un bambino
e la mia attenzione viene attratta dalla sua estraneità
con cui sta vivendo questa atmosfera e questo luogo. 
Lo osservo mentre ascoltiamo insieme, uno a fianco all'altro,
la musica del pianista che per noi sta tracciando due binari in questo notturno.
 Mi rendo conto che io e il bambino ci stiamo perdendo ognuno in due viaggi 
su due treni che attraversano lo stesso paesaggio ma che procedono paralleli in direzioni opposte. Mentre io sto procedendo verso un ricordo di un passato vicino e che si allontana
lui sta viaggiando verso un futuro lontano tutto da esplorare e che si avvicina.
 Lo osservo mentre guarda la luna nel suo viaggio leggero nello spazio 
e si abbandona al moto di trasporto della musica.
Rapito da questa sua estraneità mi faccio bambino,
salgo anch'io sul suo treno e viaggio con lui oltre le pareti.

Iperipo
 
 
 

E la notte fluisce
da oriente a occidente con
la velocità della luna.
 
Tomas Transtromer
 
 
E' doloroso passare attraverso le pareti , ci si ammala
ma è necessario.
Il mondo è uno. Ma le pareti ...
E la parete è una parete di te -
uno lo sa o non lo sa ma è così per tutti
tranne per i bambini piccoli.
Per loro niente pareti.
 
Tomas Transtromer 

mercoledì 28 agosto 2013

Rileggendo Goffredo Parise nel ricordo di mio padre.

In ricordo di mio padre , ormai scomparso da non so piu' quanti anni
e di cui non so il luogo dove si trovi adesso ...
ma mi  piace pensarlo seduto in un prato accanto alla sua amata bicicletta
con lo sguardo perso verso l'orizzonte intento a domandarsi 
dov'è il porto e dove il mare?

 
 
 
" Non aveva mai viaggiato , solo una volta si perse in bicicletta
e arrivo' all'alba in un paese di nome Porto Buffolé .
Udì il nome dagli abitanti, si spaventò pensando di essere al mare e corse via.
Dopo un po' si fermò su un ponte molto curvo e  senza acqua e si guardò intorno:
non c'era né il porto né il mare ma una grande distesa di prati di molte qualità di erba , falciati e da falciare , illuminati all'orizzonte da una luce verdastra di temporale.
Forse i prati finivano davvero nel mare ma molto lontano
un campanile pendente e appuntito stava sospeso su una fascia di pioggia.
Dove era il porto e dove il mare?
Questa domanda rimase sempre senza risposta e spesso, 
fumando seduto per terra nei campi ,
pensava a Porto Buffolé."

 

Youn Sun Nah un momento magico.




Youn Sun Nah “Momento Magico & Empty Dream” - Zycopolis Jazz TV from Zycopolis Jazz TV

domenica 25 agosto 2013

Paul Auster : "Le soleil est le passé, le terre est le présent et la lune est le futur."


Il mondo non ha un'esistenza obiettiva.
Esiste solo in quanto noi riusciamo a percepirlo.
E le nostre percezioni sono necessariamente limitate.
Ciò significa che il mondo ha un limite, che si ferma da qualche parte.
Ma il dove si ferma per me non corrisponde necessariamente a dove si ferma per te.
 



Io sono diverso da te
e io la rivendico con orgoglio la mia differenza.
Però sento  anche le prossimità.
E il mio limite del mondo è molto vicino al tuo limite. 
Ecco perché quando ci siamo incontrati
sono state inevitabili le interazioni colorate.
Abbiamo giocato con le ombre nella luce 
e ci siamo persi nelle sospensioni della musica.
E ci è sembrato ad entrambi di conoscerci da sempre,
 al di là delle rigidezze che la vita passata ci ha lasciato.

 

sabato 24 agosto 2013

L'ultima luna d'estate. Il cielo cambia vestito. Le stagioni passano...è uscita dalla finestra tutta la mia musica.




 
 
Si aprono e si chiudono
Cigolando sbattono le porte del cuore
Io ti sento bussare solitudine
 
La coda di un temporale regala l’arcobaleno
Sento la terra bagnata, il vento pettina il grano
Sento che corre la vita, l’eco dell’ultimo tuono
Il cielo cambia vestito ora che il peggio è passato
Il cielo cambia vestito
 

Le stagioni passano
Le certezze possono svanire per sempre
Nella nebbia d’estate si dissolvono
 
E’ uscita dalla finestra tutta la mia musica
Ed io preparo una festa per quando ritornerà
Magari per un saluto oppure per puro caso
Il cielo cambia vestito ora che il peggio è passato
 Il cielo cambia vestito



Lucero della manana
Prestame tu claridad
Para alumbrarle los pasos
A mi amor que se va
Si pasas algun trabajo
Lejo de mi soledad
Dile al lucero del alba
Que te vuelva a regresar
Dile al lucero del alba
 
 
 
 
 

venerdì 9 agosto 2013

L'ostentazione della trasparenza è scomparsa imminente in un tramonto.








Ora mi chiedo se è l'ombra che ti cancella
e il tuo profilo più sottile ti disegna la traccia
della scomparsa imminente
ora mi chiedo se l'ombra cancella.
 
Antonio Porta



 

domenica 4 agosto 2013

La fine è un' inizio che abbandona una memoria.






Il dispiacere è ciò che cade a brandelli da un corpo arrugginito di tristezza
eppure senza dispiacere il lutto sarebbe pane secco, senza sapore e senza aromi.
 
La fine del lutto è la più bella ricompensa dell'assenza
è la morte che si scusa e si ritira dalla memoria.
 
Tahar Ben Jelloun



 

sabato 20 luglio 2013

Utilizzo improprio ! Quella non è l'immagine di un tuo profilo. Tu non ci sei. Il soggetto è il mio sentire. E' l' istantanea del mio pensiero d'amore per il tuo essere. Un mio sguardo delle ore 13.42 , il 28 agosto del 2011 a Parigi.




Ciò che vive e percepisce l'anima
in alcuni istanti
è qualcosa di straordinario...
è unico e non si può modificarne il senso.
  
 
 
 Profilo d'immagine


In lontananza l'occhio
si riempie di un istante
denso di te che scrivi.
Là , lontana nel tuo mondo,
lontana da me e da chiunque,
immersa profondamente in te stessa.
 
E io non visto indugio a guardarti
per cercare di accorciare quella distanza,  
per sentire da vicino il tuo essere.

Sento,
ma non posso entrarti 
e assaporo il piacere di questo limite.
Mi riempio del tuo mistero. 
 
E allora,
nel silenzio di uno scatto,
quello sguardo congelato
 nell'istante irripetibile
diviene il mio unico atto d'amore possibile
da lasciare al ricordo.
 
Quello scatto
senza quel mio moto d'anima
è solo un'immagine vuota.
Un' apparenza insignificante.

 
 
Un frammento d'immagine
disgiunta dal pensiero
che l'ha  creata
è uno sguardo 
senz'anima.
Un vuoto a perdere.