sabato 17 ottobre 2015

Sono venuto per disturbare in silenzio.





Imprigionata nella gabbia delle parole non dette
l’anima libera e ribelle
ostinatamente oltrepassa muta il recinto del linguaggio
per viaggiare le sue traiettorie
alla ricerca di una porta nella luce
o di un golfo mistico dove vibrare,
nel diritto di vivere con pienezza la sua essenza,
rimanendo se stessa in una purezza sporca.

Lontana da interferenze abbaglianti
quest'anima non necessita legittimazioni
da chi non sa ascoltare altro che parole. 
Lavorio continuo di sottrazione
nel chiaro oscuro  interiore.
Denudazione in solitudine,
nella disperazione universale e oltre la disperazione,
che disorienta irrimediabilmente
chi è esercitato a confezionare abiti per il supermercato.

Iperipo.




Perché andiamo alla cieca
nel giorno che esce con noi,
e abbiamo visto il nostro fiato
appannare
lo specchio d'aria,
l'occhio dell'aria si aprirà
su nient'altro che la parola
cui rinunciamo: inverno
sarà stato un luogo
di maturità.

Noi che diventiamo i morti
di una vita altra dalla nostra.


Frammento del freddo di Paul Auster