venerdì 4 luglio 2008

Amati vecchi...vivi o viventi?


"La più mite e pacata e molle stagione , l'autunno , soppianta la precedente e si stabilisce con sussulti paurosi, temporali enormi, tenebre sul mattino, turbini e stragi di foglie che fan capire quanta violenza costi la maturità"


I vecchi

Sempre più silenziosi
parlano poco i vecchi, soltanto con gli occhi.
Superate le ubbie
tirano avanti a stento, un cuore solo in due.
Da loro sa di timo, di bucato e di lavanda,
di parole d'un tempo.
Anche se vive in centro
vive sempre in provincia
chi vive troppo a lungo.
A volte hanno un sorriso
che stona un po' all'accordo del ricordo che fu,
a volte hanno una stilla
che gli imperla le ciglia ma non piangono più.
E poi tremano un poco ascoltando le fusa
del pendolo d'argento
che ticchetta in salotto
e che invecchia con loro
e che dice vi aspetto.

Riposano senza sogni
fra il pianoforte chiuso e un libro da sfogliare.
La gattina è già morta
e il Moscatello nuovo non li fa più cantare.
Nei gesti troppe rughe si aggirano in un mondo
che si è troppo ristretto:
dal letto alla finestra,
dal letto alla poltrona,
e poi dal letto al letto.
Se van fuori è a braccetto
vestiti a tutto punto col sole, al funerale
di qualcuno che sai
più conciato di lui, più bruttina di lei.
E nel pianto di un'ora non tengono più conto
il pendolo d'argento
che in salotto ticchetta
come a fare le fusa
e a casa li aspetta.

Non è proprio che muoiano:
raggiungono dormendo un sonno più profondo.
Si tengono per mano
si tengono e un mattino non si trovano più.
E l'altro resta lì, che sia il buono o il cattivo,
il saggio o il perdigiorno,
questo non conta niente.
Uno resta e innocente
si ritrova all'inferno.
L'avrete vista a volte quella vita piovosa
senza gioia, così
come a chiedere scusa d'essere ancora qui,
rintanarsi lontana dalla festa, da noi,
dal pendolo d'argento
che ticchetta in salotto
e continua il suo canto
e le dice “ti aspetto”,
che in salotto ticchetta
e continua il suo canto
e che intanto ci aspetta.




Jacques Brel Les Vieux








Musica di Jacques Brel e di Gèrard Jouannest

"Eppure è semplice.Quando non si resiste più, si muore. E voilà"

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Commenti riportati da Splinder :
#1 05 Luglio 2008 - 21:32
Le jeu est fait! Rien ne va plus!...
Ehy! ;)
babelnaif

#2 03 Agosto 2008 - 22:47
Certe volte penso che ci sia una cruda bellezza, un intramontabile vigore nell'arte che descrive l'uomo saldamente attaccato al mondo che l'ha cresciuto e allevato.
Lentamente s'indebolisce, dignitoso come un lumicino che emana una fioca luce: ma, anche consunto, resta lì e resiste.

Un caro saluto,
Rosalba
flash6155
 
 
#3 06 Agosto 2008 - 20:46
discendere e risalire
e spesso ritornare
come frutti maturi
mai stati fiori
mai stati recisi
indicibile rifiuto
senza meta né sogno.

un caro saluto, Luisa
utente anonimo
 
 
#4 21 Febbraio 2009 - 14:15
grazie per il tuo passaggio iperipo
a mia volta attraverso il tuo blog in questo momento e mi trovo bene nella poesia che lo abita :-)
multiversum