Quando il jazz diventa linguaggio poetico tra gli strumenti
ti rapina l'anima per trasportarla laddove la bellezza
riempie totalmente gli spazi interiori
e il senso di vuoto non ha ragion d'essere.
I propri difetti irriducibili bisogna trasformarli in virtù. Assodato che mi piace recitare davanti a me stesso, posso riscattare questa sciocca dispersione imparando a investirmi di parti ignote e vederle così svolgersi secondo la loro natura. E' in fondo una premessa di poesia. C.P