domenica 9 dicembre 2012

Ho cercato un luogo dove l'anima potesse tornare alle sue ombre


L'anima ha bisogno di raccogliersi nel silenzio di un luogo lontano , dopo che la musica gioiosa l' ha ubriacata. In questa sera fredda di tardo autunno cerco un dove per starmene con lei .
Mi ritrovo a percorrere un lungo colonnato semideserto illuminato da lanterne che rilasciano delle luci fioche.
Mentre cammino mi si aprono alla vista , in successione , una serie di cortiletti delimitati con colonne imprigionate da glicini invadenti. Nel mio andare incontro poche persone , perlopiù chiuse nei loro pesanti cappotti , che si attardano parlando sottovoce.
Alle pareti sono esposti alcuni quadri/sculture di un pseudo pittore che si affanna a trovare le parole giuste per spiegare a una cinepresa l'arte che non c'è nelle sue opere.
Lo ascolto distratto mentre osservo quei quadri che non mi muovono dentro nulla.
Nel frattempo le ultime persone  già si allontanano frettolose vista l'ora prossima alla cena ; probabilmente sono dirette verso casa . Tutto in questo intorno volge verso una quiete surreale.
Quando la giornalista con la sua cinepresa e il suo artista si allontanano , scambiando gli ultimi accordi sulla pubblicazione del filmato, rimango solo in questo silenzio che assume una sua  fisicità.
In questo momento colgo in me un senso di libertà . Mi impossesso di questo spazio e lo sento mio.
Assaporo finalmente il silenzio e lo percorro ascoltando il rumore dei miei passi.




Mi ritrovo seduto su un muretto. Di fronte a me si apre il giardino di un piccolo chiostro dove i rumori della città non arrivano. In verità se mi concentro li percepisco ancora , ma molto lontani e ovattati. Me ne stò qui con una tua poesia tra le mani avvolto da una pace inverosimile.
Le luci del giorno ormai declinano alle tenebre e a fatica lo sguardo riesce a cogliere i dettagli del giardino tanto è fitta la penombra. 
I pensieri vagano liberi e si cullano ancora tra quelle note che mi hanno riempito fino a pochi istanti fà. L'anima invece ormai ha spostato il suo baricentro sui versi della poesia.
Mentre stò in questo stato onirico ho la sensazione di percepire la presenza di persone a mè care. Alzo gli occhi e con lo sguardo apro le ombre di questo giardino oscuro.
In fondo , vicino al muro di cinta , in un angolo buio mi accorgo che su una panca , tra i rami e le foglie cadute , c'è una donna con una ragazza dormiente fra le sue braccia che ascolta il silenzio con me.


 
 
 
La musica inganna.
Trasforma il dolore.
Allontana la realtà.
Avvicina le distanze.
E' calice di felicità
virtuale che inebria.
 
Finito il placebo,
ostinata l'anima torna 
ad aprire le ombre.
Chiede tregua
e io non ho più pretese
la lascio riposare
nel silenzio.


2 commenti:

  1. Da quando ho letto per la prima volta questo tuo scritto, sento il bisogno di rileggerlo quasi tutti i giorni.
    Grazie!
    Lara

    RispondiElimina
  2. Ti leggo...e mi fermo qui.Come se il silenzio di queste tue foto (così belle, tra l'altro)mi avesse in qualche modo "chiamata".Tu di me conosci soprattutto assenze, sempre più spesso io siedo sul muretto del mio blog e lascio che il mio sguardo abbracci il chiostro silenzioso delle mie immagini.Non ho scusanti con gli amici e lo so bene.A volte accade che le sfumature siano solo in me e siano sfumature così dolorose da non poterle esprimere se non raramente, quando il silenzio esplode e le sue schegge volano ovunque.
    Ti lascio qui il mio abbraccio, per tutto.Per il Nuovo Anno, che sia sereno insieme alle persone che ti sono care.E per tutti i giorni a venire.Susanna

    RispondiElimina