domenica 9 dicembre 2012

Daniel Barenboim: la musica per la pace. Ma per andare a prendere il Nobel ci vuole il frac e lui non ce l'ha più il frac.







 

 
 
Intervista a Barenboim il grande maestro che ha voluto entrambi i passaporti , quello palestinese e quello israeliano .

A proposito dell’impegno di Barenboim affinchè si riconosca internazionalmente la leggittimità a coesistere di due Stati , quello palestinese e quello israeliano con pari dignità, sulla stessa terra , l’intervistatore si rivolge  a lui  dicendogli:
“ Con riferimento alla situazione israelo-palestinese volevo parlare con lei del ruolo della cultura e della musica all’interno di quei problemi così drammatici."
Poi aggiunge : "Io guardo lei e non so perché vedo un po’ Stoccolma. Il premio Nobel per la pace come si comporta?”
E Barenboim risponde.
“ Ma scusi…bisogna definire esattamente perché si dà il premio Nobel per la pace?  Ultimamente si è dato per ragioni che non sono sempre state così chiare.
Io considero che il mio lavoro , e lo dico senza nessuna falsa modestia , non è per la pace. Il mio lavoro non è questo.
Il mio , è il lavoro per svegliare la curiosità della gente della regione , ebrei , mussulmani , cristiani e secolari di tutti e tre , affinché vedano che c'è una possibilità che israeliani e palestinesi vivano insieme o uno accanto all’altro ma sicuramente non spalle contro spalle. Questo è il mio lavoro. Questa non è la pace.
La pace è qualche cosa che si decide con tanti elementi di giustizia, di giustizia morale , di giustizia politica…e di tante altre cose da affrontare.
C’è tanta gente che non riconosce quello che stiamo facendo noi.
Quanta gente a Ramallah ( dopo il concerto del 2005) mi ha detto:  “ Non vogliamo vedere palestinesi e israeliani suonare insieme mentre l’esercito israeliano è qui a Ramallah o a 50mt.”.
Lo capisco …e in Israele lo stesso.
Dunque quello che io faccio , e lo  ripeto non per falsa modestia , non è un lavoro per la pace . E’ un lavoro che è il risultato di un pensiero  , su un modo per vivere meglio nella regione, ma non è la pace.
E poi…per andare a prendere il Nobel bisogna avere il frac …e io non ce l’ ho il frac.




 
Io ho formato un’orchestra europea per andare a suonare a Gaza. Io ho sempre voluto andare a suonare a Gaza e con la West-Eastern Divan Orchestra non potevo andare perché con gli israeliani non era possibile.
Ho formato un’ orchestra buonissima con membri della Orchestra Staatskapelle di Berlino , della  Filarmonica di Berlino , della Filarmonica di Vienna , dell’orchestra di Parigi e della Scala, e siamo andati a suonare a Gaza. Abbiamo passato una giornata indimenticabile.

Alla fine del concerto un signore palestinese mi disse “ Grazie, grazie, grazie, grazie…” e io  dico “No,siamo noi che dobbiamo ringraziare , per noi è stato un’occasione molto speciale , eccetera, eccetera.”
E lui “ No, no , lei non capisce. E’ molto importante che lei sia venuto qui.”
E io  avevo detto “ Ma io sono israeliano . Sono palestinese , ma io sono anche israeliano.”
E poi finalmente gli dico “ Ma perché è così importante che io sia venuto? Perché è così importante per lei che io sia venuto qui con questi musicisti a fare questo concerto?”
E lui mi ha risposto con una frase che non dimenticherò mai , perché è il più grande complimento che ho ricevuto in tutta la mia vita e la mia è un’assai lunga carriera , io sono dal 1950 sul palcoscenico dunque sono già 62 anni.
Lui mi disse: “ Perché noi a Gaza abbiamo l’impressione che il mondo ci ha dimenticato. Qualche volta qualcuno si ricorda di noi e ci manda del mangiare o la medicina, e siamo veramente molto contenti di questo , e ci aiuta.
Ma questo si manda anche per gli animali. Anche loro hanno bisogno del mangiare e hanno bisogno della medicina. Lei invece con questo concerto ci ha ricordato che siamo degli esseri umani.”

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