martedì 3 maggio 2011

Ungaretti : Sogni e Accordi . I colori della musica di Giovanni Sollima diventano sogno luminoso e danzano nella notte buia


Ho atteso che vi alzaste,
Colori dell'amore,
E ora svelate un'infanzia di cielo.

Porge la rosa più bella sognata.

"Rosso e Azzurro" di Giuseppe Ungaretti





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#1 15 Maggio 2011 - 14:16
Com'è bello, questo post! ( e questo posto)


 Riyueren



domenica 1 maggio 2011

La malinconia ha infinite tane, infinite come le stelle.

Tornano in alto ad ardere le favole.
Cadranno colle foglie al primo vento.
Ma venga un altro soffio,
Ritornerà scintillamento nuovo.



"Stelle" di Giuseppe Ungaretti da Sogni ed Accordi.


 


.... ma le notti risuonano di passi finchè il sonno sopravviene,
come un armistizio.

 







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#1 24 Maggio 2011 - 23:35

 
Bisogna cercare di inventare nuove tecniche che siano irriconoscibili, che non assomiglino a nessuna operazione precedente, per evitare la puerilità, il ridicolo. Costruirsi un mondo proprio, con cui non siano possibili confronti, per cui non esistono precedenti misure di giudizio, che devono essere nuove come la tecnica. Nessuno deve capire che l’autore non vale niente, che è un essere anormale, inferiore, che come un verme si contorce e striscia per sopravvivere. Nessuno deve mai coglierlo in fallo di ingenuità. Tutto deve presentarsi come perfetto, basato su regole sconosciute e quindi non giudicabili. Come un matto, si, come un matto, vetro su vetro, perché non sono capace di correggere niente e nessuno se ne deve accorgere. Un segno dipinto su un vetro che regge, senza sporcarlo, un segno dipinto prima su un altro vetro. Ma tutti dovranno credere che non si tratti del ripiego di un incapace, di un impotente. Niente affatto. Ma che si tratti invece di una decisione sicura, imperterrita, alta e quasi prepotente. Nessuno deve sapere che un segno riesce bene per caso, per caso e tremando; e che appena un segno si presenta riuscito bene per miracolo, bisogna subito proteggerlo, custodirlo, come in una teca. Ma nessuno, nessuno deve accorgersene. L’autore è un povero tremante idiota, una mezza calzetta, vive nel caso e nel rischio, disonorato come un bambino, ha ridotto la sua vita alla malinconia ridicola e vive degradato dall’impressione di qualcosa di perduto per sempre.
PierPaolo Pasolini, da 'Teorema'
utente anonimo

#2 26 Maggio 2011 - 00:01

Forse è solo un canto muto





nell'attesa di qualcosa, aspettando qualcuno.

iperipo3


mercoledì 13 aprile 2011

Mi chiedo se , per andare nel deserto, non bisogni avere avuto una vita predestinata al deserto

Ma perchè , improvvisamente mi fermo?
Perchè guardo fisso davanti a me , come vedessi qualcosa?
Mentre non c'è nulla di nuovo oltre l'orizzonte oscuro,
che si disegna infinitamente diverso e uguale,
contro il cielo azzurro di questo luogo
immaginato dalla mia povera cultura?

Perchè , fuori dalla mia volontà,
la mia faccia mi si contrae , le vene
del collo mi si gonfiano ,
gli occhi mi si empiono di una luce infuocata?
E perchè l'urlo, che, dopo qualche istante,
mi esce furente dalla gola,
non aggiunge nulla all'ambiguità che finora
ha dominato questo mio andare nel deserto?

E' impossibile dire che razza di urlo
sia il mio: è vero che è terribile
- tanto da sfigurami i lineamenti
rendendoli simili alle fauci di una bestia -
ma è anche, in qualche modo, gioioso,
tanto da ridurmi come un bambino.

E' un urlo fatto per invocare l'attenzione di qualcuno
o il suo aiuto; ma anche, forse, per bestemmiarlo.
E' un urlo che vuol far sapere
in questo luogo disabitato ,
che io esisto,
oppure, che non soltanto esisto,
ma che so. E' un urlo
in cui in fondo all'ansia
si sente qualche vile accento di speranza;
oppure un urlo di certezza, assolutamente assurda,
dentro a cui risuona, pura, la disperazione.

Ad ogni modo questo è certo : che qualunque cosa
questo mio urlo voglia significare,
esso è destinato a durare oltre ogni possibile fine.
...

da "Teorema" di Pier Paolo Pasolini.







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#1 27 Aprile 2011 - 23:57
Sei tornato...Tutto bene?

Riyueren

domenica 16 gennaio 2011

Al rogo il premio Nobel Josè Saramago ! Ma il suo pensiero libero rimarrà per gli uomini che vogliono vivere con dignità.


In questo tempo apocalittico gli uomini dal pensiero libero sono anomali.
In questo tempo in cui l' uomo deve farsi cane del cane e quindi divenire avvezzo "del morsicare i deboli , se domina, e del leccare le mani , se dipende"
In questo tempo gli uomini dal pensiero libero sono insopportabili ai cavalieri ed ai papi. Ed allora mandiamoli all'inferno! Al rogo.
La gerarchia della chiesa non perde la sua vocazione . Intransigente col pensiero libero , tollerante e omertosa con le sue nefandezze.




Alla parola spetta il compito di denunciare un tempo di cecità , un tempo monco , di assenza di pienezza del vivere, un tempo di quasità:


E lei dirà, parola ora scoperta,
tutti i detti del vivere consueto:
quest'ora che sconforta e che conforta,
il non vedere, il non avere, il quasi essere.


e la speranza , per la natura di cui siam fatti , comunque rimane :

Dev'esserci un colore da scoprire ,
un recondito accordo di parole, dev'esserci una chiave per aprire
nel muro smisurato questa porta.

Dev'esserci un'isola più a sud,
una corda più tesa e più vibrante,
un'altro mar che nuota in altro blu.



Dichiarazione

No, non c'è la morte.
Neppure questa pietra è morta.
E non è morto il frutto che è caduto:
tutto in vita ritorna al tocco delle dita,
tutto respira al ritmo del mio sangue,
del soffio che lo sfiora.
Così, quand'anche la mia mano seccherà,
nel ricordo vivrà di un'altra mano,
e tacita la bocca serberà
il gusto delle bocche che ha baciato.

tratto da " Le poesie" - Josè Saramago a cura di Fernanda Toriello-Ediz. Einaudi



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#1 03 Luglio 2010 - 21:47

Queste parole, queste poesie...mi toccano profondamente. Grazie.
Riyueren

#2 10 Settembre 2010 - 16:59

..Come il fiore
che nel prato non muore, se il profumo
si serba nel cristallo dell'essenza.

Da Chimica di J. Saramago.


RaffaelaR

#3 02 Gennaio 2011 - 22:55

...E dopo giugno, cosa accade..?

MariLouLou

#4 01 Marzo 2011 - 22:43
grazie
la solita anonima

utente anonimo

sabato 9 gennaio 2010

Jan Fabre per una persona con orecchi e occhi sensibili


Quel fruscio senza senso, lo stesso di sempre che inghiotte tutti i rumori


Alla cieca cerco la mia strada.
Essere in viaggio per mai più ritornare.

Era un altro ascolto e un altro sguardo
una volta
quando tutto era un'altro ascolto e un'altro sguardo.

Ma poi erano proprio diversi?
Sotto le lampadine
al chiaro di luna
e nell’oscurità
ovunque luce e fruscio
ovunque un ascoltare e un guardare
un fruscio che sovrasta tutto
di viali vuoti
pieni di sogni
e nei miei giorni migliori
un battito di cuore vagamente proiettato all’esterno
o in qualche modo sprofondato all’interno
gridare
urlare
piangere
latrare
più che profondo
più che distante
a grande, grandissima distanza
riaffilatura della falce
un suono penetrante
e vicino, molto vicino, solo e sempre
e ancora quel fruscio
quel fruscio senza senso
lo stesso di sempre
che inghiotte tutti i rumori.

Di crepuscolo in crepuscolo
effimera promessa di luce.

Si, ma l’intensità è costante
sicura e lenta.
Lo sguardo all’infinito
e non si arrende
è così.
La forte tenerezza
che si nasconde nella quiete silenziosa
del fruscio
la potenza dell’ascolto
del silenzio e della comprensione.




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#1 10 Gennaio 2010 - 13:36
L' immagine è splendida. E le parole, più sopra, ne misurano gli orizzonti. Grazie.



Riyueren

martedì 22 dicembre 2009

Jan Fabre, un Artista. L'esercizio partorisce l'arte...il piacere sublime è in viaggio.

Lo so, la speranza inganna
ma fa vivere; sopravvivere
e mangiare quello che non è capace di volare
Non va bene, vero?
Allora ricomincerò
Voglio ricominciare
Voglio cominciare
Sono così
Posso ricominciare
in ogni momento
io ricomincio
e ricomincio
E' difficile
ma ricomincio
Dimenticherò tutto
ma il rifiuto
non voglio mai dimenticarlo
non l'ho mai dimenticato
mai disimparato

Ho posato questo sacchetto sul piatto di una bilancia
e come contrappeso
una piuma
sull'altro piatto
Raggiungerà mai l'equilibrio?
Sì , un giorno starà in equilibrio
Lo sapevo
che non avreste riso
Conosco la sensazione
dello scacco
della sconfitta
Conosco quei musi seri
da una vita intera
Quei mascalzoni matricolati
che ti scocciano continuamente
su chi ha ragione e chi ha torto
Essere sempre cortese
Scusatemi
Non ce l'ho con voi
Ce l'ho con me stesso
No, anzi , ce l'avevo con questa formica
Questa qui, proprio davanti a me, gridava
Che ci stai a fare qui?
Sentite, qualche volta funziona
Qualche volta non funziona
Il più delle volte non funziona
come quando si tratta di volare
Si, allora perchè sono qui?
Ma io sperimento
Sperimento sempre di nuovo
Continuo a sperimentare di tanto in tanto
Forse per vedere insieme
le nostre ancore del desiderio
Forse il vero motivo è: la vanità
Una specie di desiderio imperioso
di raccapezzarmi a tutti i costi
Riuscite a capirlo?
Io mi rifiuto di capire
nella maniera in cui capite voi!
Io rifiuto
Io rifiuto di comprendere
Io non mi lascio ingaggiare così facilmente
E comunque me lo chiedono solo raramente per non dire
mai
Sono troppo pericoloso
Nessuno riesce a mettermi nel sacco
Nessuno mi può dirigere
Certo, ci sono delle eccezioni
perfino gratis
Gente isolata come me
Ma perfino quest' unico idiota
non può dirmi tutto quello che gli pare
Forse è per questo che sono qui
su questo patibolo
Immensamente solo
ma con un sogno
La risonanza
che viene dall'angusto corridoio
dell'accettazione
Non sempre è una condanna
Qualche volta c'era la chiamata
e cantavo il blues.




Ci sono!
Sono completo
Esisto
Guardate

Sarà meglio che me ne torni all'inizio
A cercare l'avvenire
La vita, la luna...
A svolazzare un pò arrabbiato nella notte...
( di questa sala macchine senza tempo
piena di tubi, valvole, barriere, tensioni, velocità
In cui tutto funziona ad alta pressione
con precisione infallibile
e infinita ripetizione)



I

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#1 31 Dicembre 2009 - 06:24

Anche queste parole, ci volevano proprio. Le sento anche mie. Grazie.
Essere completi, e cantare (dentro).
Riyueren

#2 08 Gennaio 2010 - 19:45

quanta rabbia in queste parole!!!!!
tanta serenità per il nuovo anno.
una carezza
giulia*
unsogno

sabato 12 dicembre 2009

L’Italia dei nostri giorni è cominciata a Milano, quel 12 dicembre in Piazza Fontana




Ogni tanto succede
d’attraversare Piazza Fontana.
Come parecchie piazze di Milano
anche Piazza Fontana
con le sue quattro piante stente

e il suo perimetro sfuggente
come se ormai nessuna geometria
fosse non dico praticabile
ma neanche concepibile
più che una piazza vera e propria
è il rimpianto o il rimorso d’una piazza
o forse addirittura (e non per tutti
ma solo per chi da tempo coltiva
più pensieri di morte che di vita)
nient’altro che il suo nome.





«La vera Milano oggi non ha voce. Eppure ancora esiste un suo volto interessante, una realtà sociale ricca e drammatica. Tuttavia vogliono farci credere che esista solo il quadrilatero della moda»


Giovanni Raboni





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#1 13 Dicembre 2009 - 10:24

è una cosa inaccettabile che dopo 40 anni non ci sia ancora un colpevole... e che sicuramente non ci sarà.... ciao e buona domenica da Maria

              Melina2811
   
#2 18 Gennaio 2010 - 12:54

ripasserò con più calma intanto un sorriso :-) e buona giornata
barchedicarta




sabato 28 novembre 2009

Luci e ombre.


Percepire la vibrazione di un pensiero scritto da un’amica.
Luci e ombre , inafferrabili all’ udito, e sovrapporle
alla lettura libera di una pagina di Paul Auster.




Soffermarsi davanti a una pagina scritta
senza immagini, e
guardare fisso davanti a sé,
verso il nulla ,
al vuoto dell’aria ,
a una parete spoglia e
immaginare quello che ti dicono le parole.
“ E’ bello immaginare le cose che non si vedono.”
Entrare in una stanza e
rimanerci chiuso per un pezzo e
sentirsi domandare da dietro la porta:
"Che cosa fai lì dentro?” e
rispondere
“ Sto pensando.”
“ Devo stare solo per pensare.”




I

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#1 03 Ottobre 2010 - 20:57


la percezione di un pensiero
la percezione della musica nel colore
la percezione del colore nella musica
la percezione della luce al buio
la percezione del buio nella luce
colore, immagine, suono, parole

vorrei essere per un attimo quell'amica
entrare nei vapori e svaporare nel pensiero
e trascinare il respiro nelle percezioni dell'anima
oggi che riesco a respirare gioia da ogni tua parola
che prendo nella mente la tua immagine
e assaporo ogni goccia di sudore dalla tua pelle

oggi
che percepisco la poesia di noi
utente anonimo