martedì 22 dicembre 2009

Jan Fabre, un Artista. L'esercizio partorisce l'arte...il piacere sublime è in viaggio.

Lo so, la speranza inganna
ma fa vivere; sopravvivere
e mangiare quello che non è capace di volare
Non va bene, vero?
Allora ricomincerò
Voglio ricominciare
Voglio cominciare
Sono così
Posso ricominciare
in ogni momento
io ricomincio
e ricomincio
E' difficile
ma ricomincio
Dimenticherò tutto
ma il rifiuto
non voglio mai dimenticarlo
non l'ho mai dimenticato
mai disimparato

Ho posato questo sacchetto sul piatto di una bilancia
e come contrappeso
una piuma
sull'altro piatto
Raggiungerà mai l'equilibrio?
Sì , un giorno starà in equilibrio
Lo sapevo
che non avreste riso
Conosco la sensazione
dello scacco
della sconfitta
Conosco quei musi seri
da una vita intera
Quei mascalzoni matricolati
che ti scocciano continuamente
su chi ha ragione e chi ha torto
Essere sempre cortese
Scusatemi
Non ce l'ho con voi
Ce l'ho con me stesso
No, anzi , ce l'avevo con questa formica
Questa qui, proprio davanti a me, gridava
Che ci stai a fare qui?
Sentite, qualche volta funziona
Qualche volta non funziona
Il più delle volte non funziona
come quando si tratta di volare
Si, allora perchè sono qui?
Ma io sperimento
Sperimento sempre di nuovo
Continuo a sperimentare di tanto in tanto
Forse per vedere insieme
le nostre ancore del desiderio
Forse il vero motivo è: la vanità
Una specie di desiderio imperioso
di raccapezzarmi a tutti i costi
Riuscite a capirlo?
Io mi rifiuto di capire
nella maniera in cui capite voi!
Io rifiuto
Io rifiuto di comprendere
Io non mi lascio ingaggiare così facilmente
E comunque me lo chiedono solo raramente per non dire
mai
Sono troppo pericoloso
Nessuno riesce a mettermi nel sacco
Nessuno mi può dirigere
Certo, ci sono delle eccezioni
perfino gratis
Gente isolata come me
Ma perfino quest' unico idiota
non può dirmi tutto quello che gli pare
Forse è per questo che sono qui
su questo patibolo
Immensamente solo
ma con un sogno
La risonanza
che viene dall'angusto corridoio
dell'accettazione
Non sempre è una condanna
Qualche volta c'era la chiamata
e cantavo il blues.




Ci sono!
Sono completo
Esisto
Guardate

Sarà meglio che me ne torni all'inizio
A cercare l'avvenire
La vita, la luna...
A svolazzare un pò arrabbiato nella notte...
( di questa sala macchine senza tempo
piena di tubi, valvole, barriere, tensioni, velocità
In cui tutto funziona ad alta pressione
con precisione infallibile
e infinita ripetizione)



I

Commenti riportati da Splinder :

#1 31 Dicembre 2009 - 06:24

Anche queste parole, ci volevano proprio. Le sento anche mie. Grazie.
Essere completi, e cantare (dentro).
Riyueren

#2 08 Gennaio 2010 - 19:45

quanta rabbia in queste parole!!!!!
tanta serenità per il nuovo anno.
una carezza
giulia*
unsogno

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