martedì 12 agosto 2014

Nelle fioriture verso il Monte Antola con Pasolini.


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Camminiamo lungo un sentiero alto nel Parco dell'Antola. 
Siamo immersi nelle nuvole in transito portate dal vento.
Arrivano dal mare con il loro carico di luci e di musica che ci incantano.
Si distendono lievemente sulle pendici dei monti come dolce carezza d'amore,
poi scendono giù sul sentiero fino ad allagarlo avvolgendoci. 
Siamo catturati e rimaniamo sospesi tra terra e cielo.
Invisibili al mondo nella nostra liquidità.
Ascoltiamo la musica lontana del vento con le sue variazioni.
Disegna armonie tra le fronde dei faggi.
Le foglie ondeggiano vibrando all'unisono.
L'erba e i fiori fanno da controcanto.



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Dopo una piccola esitazione le nuvole riprendono il loro viaggio e ci liberano.
Riprendiamo la nostra dimensione.
Possiamo godere del tepore di un sole estivo che ristora i corpi.
Ma poi torneranno.
Noi lo sappiamo e le aspettiamo.
 
Quassù, dentro questa natura così libera e selvaggia,
tu mi canti le parole di Pasolini
e sento distintamente di quanta vacuità l'uomo si è circondato laggiù a valle. 
Qui fiori, poesia e musica hanno un senso alto e ci riempiono di verità.


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La mattina è avanzata, il sole è già forte.
Gli alberi hanno perduto il loro mistero: quel loro senso di fraternità
(sono chiusi di nuovo nel loro semplice silenzio selvaggio e inespressivo,
oppressi da qualcosa di più grande di loro,
a cui essi offrono umili la loro resa).

Pier Paolo Pasolini
da  Grazia e buffoneria degli "spossessati del mondo"
 

 
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