domenica 30 marzo 2014

La coerenza effimera di una nuvola bianca in un cielo azzurro.


nei pensieri felici ip

Quando ero bambino mi piaceva molto giocare a palla nel campo in fondo alla via , dove finivano le ultime case del paese prima dell'inizio della sconfinata campagna.
Era quello un modo per socializzare con gli altri per me che ero figlio di emigranti meridionali e quindi , per quei tempi in Brianza,  un diverso da tenere in disparte.
Allora non si avevano molte disponibilità per acquistare giochi e possedere il pallone era un lusso riservato a pochi ragazzini nel mio rione. Di solito chi l’aveva era figlio di una famiglia benestante e non era molto bravo a giocarci.
Quando si decideva di giocare tutti insieme a palla e si riusciva a organizzare una partita  era come un momento di festa. Superata l’euforia iniziale di essersi messi tutti d'accordo ,  c’era sempre il problema di dove recuperare la palla. Allora i più risoluti si organizzavano in delegazione e andavano a casa dell’unico ragazzino che ce l’aveva per convincerlo a portarla al campo , con la promessa che avrebbe giocato anche lui pur non essendo capace.
Quando iniziava la partita e la palla cominciava a rotolare tra le nostre gambe di piccoli selvaggi scatenati ci sentivamo liberi e felici , padroni della bellezza  del vivere , e correvamo nel “nostro grande prato verde” con la testa immersa nel cielo azzurro infinito e con noi anche i pensieri correvano tra le nuvole bianche.
Mi ricordo anche però l’insofferenza e la infinita delusione provata più volte per l’ incoerenza di quel bambino che , dopo aver acconsentito di mettere a disposizione “la sua palla” , nel bel mezzo del gioco senza preavviso , per un suo semplice capriccio , decideva perentoriamente di andarsene a casa portandosi via con se sottobraccio “la sua palla” costringendoci a interrompere quella felicità , semplice ma grande , lasciandoci tutti fuori gioco.
Si tornava a casa in silenzio e delusi a testa bassa, come quando si subisce un’ ingiustizia.

Ripensandoci oggi forse lì ha origine la mia consapevolezza acquisita successivamente che  qualcun altro ha sempre la possibilità e l’arroganza di condizionare la tua vita e il tuo senso di felicità.
Comunque ricordo anche che allora , nonostante l’amarezza più volte provata , rimaneva sempre la speranza di riuscire ad organizzare per l’ indomani un’altra partita e soprattutto di  trovare una palla più coerente.




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