martedì 30 dicembre 2014

Nel mio giardino d'inverno è rimasto un gioco d'infanzia.





Osservo là fuori il giardino,
da lontano dietro una finestra.
 Divagando scende questa prima neve d'inverno
e soffici merletti si compongono ovunque
 sui rami, sui fili d'erba, sulle ultime foglie appese
e sul prato tutto.
 
Nel mistico silenzio di questo bianco
torna alla memoria un altro tempo lontano...
una gioia vissuta nell' infanzia
quando crescevo dentro l'intimità della natura
nutrendomi dell' infinito stupore.

Ne sento ancora oggi il denso sapore.
 
(Iperipo)


 
 
 


 
Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.
Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.
Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io, che sono io,
non sarò più quello che sono?
Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito,
e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.
Quando il bambino era bambino,
una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
e adesso questo gli succede sempre.
Molte persone gli sembravano belle,
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.
Si immaginava chiaramente il Paradiso,
e adesso riesce appena a sospettarlo,
non riusciva a immaginarsi il nulla,
e oggi trema alla sua idea.
Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo,
e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.
Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.
Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.
Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare.
 
(di Peter Handke "Elogio dell’infanzia")

 

2 commenti:

  1. Anch’io. Come te. Ricordi. Si. Ricordi talmente nitidi, che il tempo sembra non sia mai passato. Attimi rivissuti con lo stesso stupore, con lo stesso incanto di due occhi e di un cuore bambino. Scoprire che ricordi come questi non ci hanno mai lasciato, direi che è meraviglioso.
    Ciao. E tanti cari auguri.
    Cri

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    1. Finché c’è stupore, per la bellezza rivissuta e per il suo splendore enigmatico, si sogna.
      E la vita senza sogno non vale la pena di sopportarla.
      I ricordi delle sensazioni vissute, che riemergono fino anche da un tempo lontano come quello dell’infanzia, ci lasciano vivere ancora degli istanti d’esistenza con straordinaria intensità proprio in quel sapore di sogno.
      Istanti preziosi che nel loro insieme inducono consapevolezza concreta della nostra vera essenza, quella essenza che spesso teniamo nascosta anche a noi stessi.
      Istanti in cui ci si sente di esistere nella nostra unicità, liberi da condizionamenti.
      Quei ricordi non ci abbandoneranno mai perché in loro c’è il senso vero di tutta la nostra esistenza.
      Questo è quello che penso e mi piace avere sempre la conferma che altre persone come te Cristina condividano questo modo di sentire. Mi aiuta a sperare che si possa assaporare ed esprimere con stupore rinnovato la bellezza del mondo vista attraverso gli occhi di persone tutte diverse fra loro.

      Ps: ti chiedo perdono per il ritardo con cui pubblico il tuo commento e la mia nota che avevo pronta da un bel po' ma spesso, preso da tutti i miei affanni, mi capita di perdere il senso del tempo che mi sfugge così velocemente.

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