lunedì 10 giugno 2013

La scarpetta di Cenerentola ovvero l’enigma della libertà


 
 
 
Da piccoli giocavamo a nascondino.
Non so se ti ricordi i nostri giochi.
Tutti si nascondono, uno ha da aspettare
La faccia contro il muro o contro un albero
La mano copre gli occhi finché l’ultimo
Ha trovato il suo rifugio, e chi vien visto
gareggia nella corsa con chi cerca.
Se giunge primo all’albero può dirsi
Libero, altrimenti ha da fermarsi sull’istante
 E pare che quel colpo di mano
contro il muro o contro l’albero lo inchiodi
A terra come la pietra di una tomba.
Non può muovere un passo finché l’ultimo
Non è stato trovato. E se l’ultimo
E’ ben nascosto non lo si trova più.
Così tutti costoro che impietriti
Stanno come monumenti di se stessi
Aspettano quest’ultimo. E talvolta
capita che chi è nascosto muoia
E il suo rifugio non viene trovato
Né alcun moto di fame può strapparlo
Alla sua morte, che lo ha sorpreso altrove
perché i morti non sentono la fame.
In questi casi non c’è resurrezione.
Chi cerca ha rivoltato quattro volte
Ogni pietra, e ora ha da aspettare
 La faccia contro il muro o contro l’albero
La mano copre gli occhi, finché il mondo
Non gli è passato accanto. Lo vedi dal suo passo.
Fratello, copri gli occhi con la mano.
Ma agli altri inchiodati da chi cerca
A terra con quel colpo della mano
Contro il muro o contro l’albero perché
Non sono stati rapidi a fuggire
Dal loro rifugio così poco sicuro
Manca la mano per coprirsi gli occhi
Poiché non possono muoversi e neppure
chiuderli, gli occhi, stando alla regola.
E aspettano come pietre al cimitero.
L’ultimo sguardo con gli occhi spalancati.
 
Heiner Müller


1 commento:

  1. Complimenti per il blog: poesia, grazia e bellezza!

    un abbraccio

    Scarlett

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