In principio tutto era vivo.
Anche i più piccoli oggetti erano dotati di cuore pulsante,
e perfino le nuvole avevano un nome.
Le forbici camminavano, telefoni e teiere erano cugini, occhi e occhiali fratelli.
Il quadrante dell'orologio era un volto umano,
ogni pisello nel piatto aveva una personalità
e nell'auto dei tuoi genitori,
la griglia del radiatore era una bocca ghignante piena di denti.
Le monete , dischi volanti.
I rami degli alberi , braccia.
I sassi pensavano,
e Dio era ovunque.
Le stelle , d'altra parte, erano inspiegabili.
Né buchi nel cielo né candele né luci elettriche,
né altro che somigliasse a qualcosa che conoscevi.
L'immensità dell'aria nera sopra tutto e tutti,
la vastità dello spazio che stava tra te e quelle piccole luminosità,
resistevano a ogni tentativo di comprensione.
Belle e benigne presenze sospese nella notte,
che erano lì perché dovevano esserci punto e basta.
Opera delle mani di Dio,
sì, ma cosa gli era passato per la testa?
Paul Auster
Che bella foto!!!
RispondiEliminaSemplicemente alcune verticalità della città di Genova , immerse nella luce e nel controluce , colte dal mio sguardo in un tramonto invernale. Grazie per la visita , sei sempre il benvenuto.
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