Nella purezza
dell’ascesa verticale
ricerco vanamente la bellezza dell’instabilità
di un equilibrio
dinamico.
E’ lotta
estenuante contro l’inerzia corporea
che riconduce giù alla staticità
di un equilibrio
orizzontale.Arrampicarmi di nuovo a mani nude,
soffocando il dolore delle fessure taglienti,
A raccogliere energia potenziale
sufficiente
per tentare ancora
con una spinta il
balzo
verso il profondo
lontano
oltre l'ultimo
limite.
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