Parte di quel tempo lo passò seduta su una sedia bassa
regolando l’orecchio su un tintinnio distante, mentre una brezza la raggiungeva
da molto lontano, da oltre il limitare del mondo , e faceva rotolare una
lampadina usata di qua e di là su un tavolo di vetro. Lei osservava ,
affascinata. Ora dopo ora, nella luce schermata del sole e poi nel blu di una lampada notturna dell'ospedale, la fragile sfera rotolava e lei l’udiva , nel
profondo cranio di lui , uno scricchiolio di iceberg , e si trovava seduta ,
semicongelata, in un paesaggio torpido , del tutto dimentica , ora di odori e
sapori e di qualsiasi altra sensazione ; c’era solo ciò che coglieva di quel
suono fievole , di qualcosa di rotto in una lampadina ermetica. Per raggiungerlo
, disse tra sé , dovrò fracassare il vetro. E poi? Il suono si dilaterà e mi
riempirà o cesserà completamente?
Intanto ascoltava. Richiedeva tutta la sua attenzione.
Era questione di vita o di morte. Quando non lo sentiva più…
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